Intervista all’avvocato Marco Tortorella che spiega le novità che interessano i medici che non hanno ricevuto il corretto trattamento economico durante gli anni di scuola post-laurea
La vertenza tra Stato e medici ex specializzandi che non hanno ricevuto il corretto trattamento economico per gli anni di scuola post-laurea si aggiorna di nuove sentenze. «Nell’ultimo mese e mezzo – ha dichiarato Consulcesi – sono state sette le pronunce positive a favore dei professionisti tutelati» dal network legale che su questa vertenza ha già ottenuto più di mezzo miliardo a favore dei suoi assistiti. E dopo tre sentenze, arrivate poche settimane fa, che restituivano a 164 camici bianchi la somma di 4 milioni di euro, se ne sono aggiunte altre quattro che redistribuiscono circa 5 milioni a 200 medici che si erano specializzati tra il 1983 e il 1991. Inoltre, una recente pronuncia del tribunale di Firenze modifica il quadro giurisprudenziale in favore dei medici, sia in termini di prescrizione che in relazione al quantum risarcitorio. Ne abbiamo parlato con l’avvocato Marco Tortorella, che cura i ricorsi per conto di Consulcesi.
«Questa sentenza si pone in discontinuità rispetto alla giurisprudenza degli ultimi anni per due aspetti. Il primo riguarda la decorrenza della prescrizione. Come noi affermiamo da tempo, la sentenza sostiene che l’incertezza che c’è stata in ordine alla mancata attuazione delle direttive comunitarie, in particolare in relazione alla questione dei medici specializzandi, determina l’impossibilità della decorrenza del termine di prescrizione sulla base di principi che sono stati più volte affermati anche dalla Corte di Giustizia europea. La sentenza afferma che la prescrizione potrà iniziare a decorrere solo quando questa incertezza non verrà eliminata completamente. La sentenza afferma anche che, al limite, se proprio volessimo trovare una data, potremmo ritenere superata questa incertezza a seguito dell’attuazione del decreto legislativo 386 del 99 con i Dpcm del 2007».
«Il secondo elemento riguarda per l’appunto il quantum del risarcimento. Anche qui il Tribunale di Firenze, correttamente e sempre rifacendosi alle sentenze della Corte di Giustizia europea, ritiene che il quantum vada calcolato in base alla prima norma di trasposizione della direttiva, che non riguarda i medici iscritti prima del 1991, la quale prevede una borsa di studio di 21 milioni e mezzo di lire, quindi 11.103 euro per ogni anno di specializzazione. Il Tribunale di Firenze afferma che è questo il parametro che bisogna utilizzare e non un’altra norma del 1999, che però non è di trasposizione della direttiva, che prevedeva circa 6.700 euro per ogni anno di specializzazione».
«Nel mese di maggio sono arrivate ben quattro sentenze che riguardano circa 200 medici con le quali il Tribunale di Roma ha condannato la Presidenza del Consiglio a pagare quasi 5 milioni di euro in favore dei ricorrenti per la mancata attuazione delle direttive comunitarie. Questi medici si erano iscritti ai corsi prima del ’91 e li avevano svolti dall’82 al ‘91. Secondo la giurisprudenza ormai prevalente e quanto detto dalla Corte di Giustizia europea, questi medici hanno diritto al risarcimento del danno e all’adeguata remunerazione dal primo gennaio del 1983 in poi».
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