L’ultima sentenza in favore degli ex specializzandi impone il risarcimento dei 130 ricorrenti
Per l’ennesima volta la Presidenza del Consiglio è stata condannata a pagare. Lo ha stabilito la Corte d’Appello di Milano con la recentissima sentenza n.3114/14, pronunciata lo scorso dicembre, sulla questione dei medici ex specializzandi che non hanno ricevuto il corretto trattamento economico nel corso degli anni di scuola post-laurea frequentati.
La cifra che lo Stato dovrà rimborsare a 130 ricorrenti supera i quattro milioni di euro.
La vicenda di cui parliamo va avanti da più di 30 anni: agli inizi degli anni ’80 vennero promulgate alcune direttive europee che imponevano a tutti gli Stati membri di corrispondere il giusto compenso ai medici durante gli anni di specializzazione. L’Italia non si adeguò e non pagò le borse di studio dovute ai medici tra gli anni 1982-1983 e 1990-1991. In seguito, si aprì un secondo fronte riguardante gli specializzandi 1994-2006, i quali hanno ricevuto borse di studio prive del riconoscimento della rivalutazione periodica, delle coperture previdenziali e assicurative e delle differenze contributive.
La negligenza dello Stato ha creato un contenzioso di fronte ai tribunali di tutta Italia che è già costato diverse centinaia di milioni alle casse pubbliche. La cifra è però destinata a continuare a salire in breve tempo: i rimborsi infatti ora arrivano sempre più velocemente, in quanto la Presidenza del Consiglio, al fine di risparmiare almeno sugli interessi, paga spontaneamente non appena arriva la notifica della sentenza. Un segnale tangibile che quell’accordo transattivo proposto da tempo – e già all’attenzione del Parlamento grazie a tre Disegni di legge presentati da un fronte bipartisan per risolvere la questione – sia sempre più probabile e vicino.
“Passano gli anni – commenta Consulcesi, la realtà di tutela medica che ha organizzato l’azione di rimborso che ha portato alla sentenza della Corte d’Appello di Milano – ma i problemi dei medici ex specializzandi restano sempre gli stessi. Basti pensare che i milioni che soltanto i nostri legali sono riusciti a far riconoscere in favore dei camici bianchi che tuteliamo hanno raggiunto, con l’ultima sentenza, un totale di oltre 373. Un’enormità se consideriamo che sono ancora migliaia i medici che hanno diritto ad un rimborso. Il rischio di esborso totale per le casse dello Stato è quantificato in diversi miliardi di euro”.
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