Rappresentanti dei medici e politici fanno fronte comune per chiudere la vertenza. Richiamo anche da Bruxelles. Il Vicepresidente del Parlamento Ue, Castaldo: «Recovery fund e presupposti per trovare soluzione». Il senatore di maggioranza Pagano in pressing sul governo e pronto a nuovo Ddl. Forte appello a immediata risoluzione anche da Anelli (FNOMCeO), Oliveti (Enpam) e Magi (OMCeO Roma)
«Anche tra i banchi della maggioranza, rinnovo il mio impegno a favore dei medici specialisti che tra il 1978 e il 2006 sono stati penalizzati dallo Stato. A partire dai prossimi giorni, porterò all’attenzione del Ministro della Salute Roberto Speranza e del Ministro dell’Economia Daniele Franco le istanze degli oltre 170mila medici danneggiati, coinvolgendo anche colleghi che seguono la vicenda da tempo, come il Sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri». È quanto afferma, nel corso dell’incontro organizzato da Consulcesi, il senatore Nazario Pagano (FI) commissione affari costituzionali e tra i fautori della prima ora della lunga battaglia per il riconoscimento dei diritti negati dei medici durante il periodo di formazione.
Ora tra i banchi della maggioranza di Governo, si fa garante di un’accelerazione alla transazione. «Il clima è favorevole – aggiunge Pagano – perché mai come ora è evidente a tutti quanto i medici e gli operatori sanitari siano una categoria fondamentale per il benessere del nostro Paese. Mi impegnerò affinché l’accordo transattivo medici-Stato trovi la soluzione più rapida e sostenibile per tutti». La rassicurazione sulla fattibilità arriva, direttamente da Bruxelles, dall’europarlamentare del M5S, Fabio Massimo Castaldo, Vicepresidente del Parlamento europeo. «Ora ci sono i fondi europei del recovery fund da investire e segnali positivi per la soluzione della vertenza arrivano anche dalla Corte di Strasburgo».
Il via libera della politica, alla chiusura dell’accordo transattivo, è alimentato dalle istituzioni medico-sanitarie. Il Presidente della FNOMCeO Filippo Anelli chiede una soluzione definitiva a tutela di una generazione di medici fortemente penalizzata dallo Stato durante la specializzazione e, peraltro, oggi in prima linea nella battaglia contro il Covid-19. Sempre nel corso dell’appuntamento voluto da Consulcesi, network internazionale con oltre 100mila medici rappresentati e principale tutore legale di migliaia di specializzandi che non hanno ricevuto un adeguato compenso negli anni di formazione, il presidente Anelli è diretto: «E’ il momento di mettere un punto alla questione dei rimborsi agli ex specializzandi, per questo facciamo un appello a governo e parlamento affinché si dia una risposta alla categoria». Anche Antonio Magi, Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma fa un appello a nome degli oltre 40mila medici del Lazio chiedendo riscontro alle istituzioni, ribadendo che la richiesta non sarebbe altro che l’applicazione di una normativa europea. Un problema che ha tolto non solo denaro ma «anche oneri contributivi che spettavano di diritto ai medici creando un vero e proprio vuoto previdenziale negli anni», ricorda Alberto Oliveti, Presidente Enpam, sottolineando un aspetto forse meno noto ma non meno importante.
Una spinta alla soluzione arriva anche dall’escalation di sentenze dei Tribunali che hanno condannato lo Stato italiano a riconoscere oltre 600 milioni di euro negli ultimi anni a migliaia di camici bianchi attraverso le azioni collettive.
L’accordo medici-Stato rappresenta l’azione di buon senso che consentirebbe un immediato riconoscimento ai medici del loro diritto e allo Stato di ridurre il pesante esborso economico dei rimborsi che le sentenze dei Tribunali di ogni grado continuano a concedere ai ricorrenti. Nel corso dell’incontro Consulcesi ha anche quantificato i costi del contenzioso in questione e quindi dell’importanza di arrestare questa emorragia di denaro pubblico ed evitare di ingolfare i Tribunali. Secondo queste stime si generebbe si tratta di un risparmio di oltre 78 milioni di euro a fronte di potenziali 15mila cause in tutti i gradi della giustizia. «Un risparmio enorme per lo Stato – commenta Simona Gori, Direttore Generale di Consulcesi – considerando che è un contenzioso che coinvolge oltre 170mila medici specialisti. È fondamentale, dunque, che il Parlamento si riappropri del suo ruolo e si arrivi presto alla soluzione transattiva con la rapidità prospettata in questo incontro. Nel frattempo, noi continueremo a portare avanti le istanze dei medici specialisti nei Tribunali affinché sia riconosciuto il loro diritto. Per questo siamo a disposizione con il nostro sportello informativo sul sito www.consulcesi.it o al numero verde 800.122.777».
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