Dopo il via libera in Commissione Sanità, forti perplessità sul passaggio in Commissione Bilancio per l’ipotesi allargamento. Consulcesi Group: «A prescindere di quando e cosa si deciderà in Parlamento, i medici non perdano il loro diritto e facciano ricorso»
A rischio l’accordo transattivo tra lo Stato ed i medici specialisti ‘78-2006? Ricevuta l’approvazione (con osservazioni) della Commissione Sanità, il Ddl 2400 – che punta proprio a risolvere il lungo contenzioso tra le parti – si prepara ad un nuovo step decisivo: il via libera in Commissione Bilancio. Il timore è che il provvedimento, fin qui contraddistinto da un rapido iter, possa arenarsi proprio in questo frangente, davanti alle difficoltà di avere le adeguate coperture finanziarie. È il presentimento che hanno anche molti di quei medici che nel periodo in questione non hanno ricevuto il corretto trattamento economico durante la scuola di specializzazione, sebbene questo fosse previsto da specifiche direttive Ue. Timori che trovano riscontri anche tra i senatori che stanno analizzando il Disegno di Legge, come si evince dall’articolo a firma di Mauro Miserendino su Dottor33. In particolare, sul tema, vengono registrate le perplessità della senatrice Nerina Dirindin, che insieme alla collega Manuela Granaiola (segretaria e relatrice della Commissione Sanità) hanno firmato uno degli emendamenti, proponendo una riduzione della cifra transata.
«Intanto siamo felicissimi che il Ddl abbia avuto l’ok dalla Commissione Sanità», commenta Massimo Tortorella, il presidente di Consulcesi Group, realtà grazie alla quale sono stati ad oggi riconosciuti oltre 500 milioni di euro ai medici che hanno partecipato alle azioni collettive, che sentenza dopo sentenza hanno dato vita ad una giurisprudenza ormai consolidata e che espone lo Stato al rischio di un esborso complessivo superiore ai 5 miliardi di euro. Proprio su questi presupposti anche la politica, prendendo atto della situazione, ha compreso l’importanza di trovare una soluzione al problema attraverso un accordo in armonia con i diritti dei medici e le difficoltà di cassa dello Stato.
«Il prossimo passaggio, quello in Commissione Bilancio, sarà fondamentale – aggiunge Tortorella -. Abbiamo, però, il timore che l’iter possa subire uno stop. Già ora, per far fronte agli oltre 80mila medici che hanno fatto ricorso, abbiamo a che fare con cifre esorbitanti. Un eventuale allargamento degli aventi diritto, quindi a 160mila medici specialisti, porterebbe a cifre ancora maggiori con conseguente difficoltà finanziarie a rispettare l’accordo transattivo». Il suggerimento che arriva da Consulcesi è quello di tutelarsi avanzando ricorso anche in considerazione dell’imminente scadenza dei termini di prescrizione. «Siamo stati i primi ad auspicare una soluzione come quella proposta da Ddl 2400, abbiamo dialogato e contattato i senatori che hanno poi avviato l’azione parlamentare. Ora, però, a prescindere da cosa e quando deciderà il Parlamento, è fondamentale non correre il rischio di perdere il diritto al rimborso, interrompendo la prescrizione».
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