Lavoro e Professioni 23 Gennaio 2017 12:55

«Ex specializzandi, entro marzo il voto del DDL». Parla il primo firmatario: «Una garanzia per chi ha fatto ricorso»

Senatore Piero Aiello: «La conclusione è vicina, entro i primi di febbraio avremo tutti i pareri necessari per votare il provvedimento in Commissione. Intanto, nell’attesa di vedersi riconoscere questo diritto, i medici possono rivolgersi ai Tribunali per fare ricorso»

Riparte la corsa del Ddl 2400 verso l’approvazione. Sembrano, dunque, riavvicinarsi i rimborsi per gli ex specializzandi. Dopo lo stop per la formazione del nuovo Governo e per le festività natalizie è infatti ripresa l’attività parlamentare del Disegno di Legge, che prevede un accordo transattivo, valido solo per chi avrà avanzato ricorso, per chiudere la lunga vertenza tra lo Stato italiano e i medici cui è stato negato il regolare trattamento economico durante la scuola di specializzazione, frequentata tra il 1978 ed il 2006. La vicenda va avanti da anni e ha determinato una notevole spesa per le Casse dello Stato depauperate già di circa 500 milioni di euro versate nelle tasche dei professionisti danneggiati. Si calcola un rischio di spesa totale di oltre 5 miliardi di euro.

Il Ddl 2400 è già all’Ordine del giorno della VII Commissione Istruzione del Senato e in questi giorni (per l’esattezza il 25 gennaio) è prevista la Consultiva in Commissione Sanità. In merito al proseguimento dell’iter, il primo firmatario del provvedimento, il Senatore Piero Aiello (NCD-UDC) ai microfoni di Sanità Informazione dichiara: «Finita la discussione sul Milleproroghe, ho chiesto un’accelerata, entro i primi di febbraio avremo tutti i pareri necessari per votare il provvedimento in Commissione», sottolineando come «per i medici che fanno ricorso per veder riconosciuto il loro diritto, il Ddl assicura un percorso di garanzia».

«Credo che sia un percorso oramai in via di conclusione, – prosegue Aiello – siamo speranzosi di poter finalmente ottenere un risultato che, ripeto ancora una volta, serve come garanzia ai medici e dà la possibilità allo Stato di risparmiare ingenti risorse. Si parla tanto di risparmi, di contenimento di spese, di piani di rientro, noi stiamo lavorando per dare risposte in questo senso, però soprattutto per dare la possibilità ai medici di ottenere un diritto acquisito».

Nel frattempo i medici continuano a seguire con attenzione i canali informativi proprio per monitorare l’iter di questa Legge e proseguono anche nel fare ricorso perché vogliono vedersi riconoscere un diritto. «Questa è la dimostrazione – precisa il Senatore – che giustamente i medici, per poter avere riconosciute delle garanzie, avanzano ricorso, quindi ricorrono a tutto quello che è la giurisprudenza necessaria per poter avere garantito un diritto. Noi stiamo assecondando questo processo, un accompagnamento normativo utile a facilitare un percorso di garanzia, credo che la responsabilità del Legislatore sia proprio questa».

Nel corso del 2016 sono stati rimborsati dallo Stato 1.129 medici specialisti solo tra quelli tutelati da Consulcesi, una delle realtà più in vista nel settore, con un importo complessivo di oltre 34,6 milioni di euro. Si tratta di numeri esorbitanti che, stando alle sentenze attese nei prossimi mesi, verranno quintuplicati nell’arco del 2017. Secondo le stime della principale realtà a tutela degli operatori sanitari, dalle casse pubbliche – nei prossimi mesi – usciranno più di 149,5 milioni di euro in favore di 5210 ex specializzandi del periodo 1978-2006. Ad oggi sono già oltre 500 i milioni di euro riconosciuti ai medici che hanno aderito alle azioni collettive avviate da Consulcesi per la tardiva applicazione delle direttive Ue in materia. Solo dopo la condanna della Corte di Giustizia Europea (25/02/1999 e 3/10/2000) il nostro Paese si è, infatti, messo in regola, a partire dal 2006, nei confronti degli specializzandi in Medicina, corrispondendo loro il corretto trattamento economico previsto. Nel 2017, per la precisione ad ottobre, scatta, invece, la prescrizione e dunque restano pochi mesi per tutelarsi attraverso un atto interruttivo.

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