Ai microfoni di Sanità informazione, il senatore Piero Aiello spiega le tappe di mozione e Ddl unificato. Il senatore Pietro Liuzzi: «In gioco i diritti e la salvezza delle finanze pubbliche. Serve accordo e lo troveremo»
Chiuse le unioni civili, si discute di ex specializzandi». Parola di Piero Aiello, Senatore di Ncd, medico e primo firmatario della mozione che spinge il governo ad affrontare una volta per tutte il problema del mancato pagamento della borsa di studio ai medici che hanno frequentato una scuola post-laurea tra il 1978 e il 2006.
Un fronte trasversale di 21 senatori che chiede al governo di mettere il punto ad una questione che va avanti da decine di anni e che rischia di costare alle casse pubbliche cifre elevatissime, quasi insostenibili. Ad accompagnare questa mozione, è già in cantiere un Disegno di legge unificato che ingloberà e supererà i tre Ddl già in discussione in Parlamento. E a riprova che questa volta si fa davvero sul serio, è già chiaro qual è il percorso che faranno entrambi i documenti: «Per quanto riguarda la mozione – spiega Aiello – questa deve essere discussa in Aula. Saranno la Conferenza dei Capigruppo e il Presidente del Senato a decidere quando, in base all’ordine cronologico e agli elementi criteriali che contraddistinguono proprio le conferenze dei capigruppo». E ora che il Parlamento ha terminato la discussione sulle unioni civili, il Senatore Aiello conferma che presenterà «questo testo sintesi che raggrupperà tutte le proposte che ci sono in commissione» e che «dovrà essere discusso dalla Commissione Cultura, che è quella di riferimento, e poi portata in Aula». Questo, dunque, il duplice percorso che porterà i due testi («l’uno rafforzerà l’altro», dice Aiello ai nostri microfoni) a quella che si appresta a diventare l’ultima discussione prima della risoluzione definitiva. Un percorso «virtuoso – spiega ancora Aiello – che possa da una parte consentire allo Stato di risparmiare milioni e milioni di euro a causa dei ricorsi vinti dai medici, e dall’altra garantire finalmente il rispetto dei diritti acquisiti anni fa da parte dei colleghi».
Tra i firmatari della mozione c’è anche il Senatore Pietro Liuzzi (Ncd), che motiva così la sua decisione di far parte del fronte favorevole ad una mediazione tra Stato e medici ex specializzandi: «Il governo sembra fare orecchie da mercante – spiega ai nostri microfoni –. Purtroppo ci siamo resi conto che questo atteggiamento non fa bene alle sorti non solo del Governo, ma anche della finanza pubblica, visto che temiamo possa essere obbligata a pagare cifre insostenibili. Per questo – continua il Senatore – è raccomandabile un atteggiamento più disponibile da parte dell’Esecutivo, aperto, che venga incontro alla problematica e alle giuste rivendicazioni degli ex specializzandi, che nella mozione e nel testo di legge che stiamo presentando trovano la nostra solidarietà e la sicurezza che i diritti maturati non possono essere mortificati». Ma in gioco non ci sono soltanto i diritti di chi ha passato anni di studio e lavoro senza vedere il becco di un quattrino. C’è anche (non secondaria) la tenuta delle finanze pubbliche, messa in pericolo dalle vittorie sempre più numerose dei professionisti che si rivolgono alla magistratura. «È questo il punto su cui mettiamo in guardia il Governo – conclude il Senatore Liuzzi –: perché pagare cifre esose che possono sballare per davvero i conti pubblici e non addivenire a più ragionevoli conclusioni che mettano d’accordo le ragioni degli uni e degli altri? Di questo ovviamente ci faremo carico e ritengo che la buona volontà di tutti i componenti al tavolo possa veramente portare a una soluzione del problema».