Chiusi in queste ore gli emendamenti e confermati gli importi netti. Intanto il Ddl 2400 avanza spedito al Senato: «L’obiettivo è arrivare alla Camera per l’approvazione entro fine anno»
Va intesa netta la cifra forfettaria che i medici specialisti riceveranno dallo Stato per la mancata remunerazione durante la scuola di specializzazione tra il 1978 ed il 2006. Nello specifico si tratta di 11mila euro per ogni anno di corso frequentato tra il 1978 ed il 1993 e 10mila per ogni annualità relativa al periodo ‘94-2006. Man mano che il Ddl n.2400 si avvicina all’approvazione, vanno delineandosi sempre nuovi dettagli dell’accordo transattivo, come appunto quello relativo alle cifre proposte dal Disegno di Legge. L’iter del provvedimento prosegue spedito al Senato e, come anticipa il senatore Piero Aiello, primo firmatario, l’obiettivo è farlo arrivare alla Camera dei Deputati già entro la fine dell’anno per l’approvazione.
Senatore Aiello, chiusi gli emendamenti, quali sono gli elementi da porre in evidenza riguardo questo disegno di legge?
«Intanto la soddisfazione piena perché, così come avevamo promesso, l’impegno è stato totale ed in tempo relativamente breve abbiamo fatto in modo che intanto il provvedimento sia arrivato in Commissione sanità per il parere. Riguardo gli emendamenti è opportuno precisare che la proposta delle risorse, seppur attenuata di molto, non doveva andare all’ulteriore penalizzazione dei colleghi e quindi abbiamo precisato che l’ammontare della somma è al netto del contributo, non al lordo. L’ho fatto io stesso presente nel corso dei lavori in Commissione (la VII Istruzione). Ora, dopo il parere della Commissione Sanità, aspettiamo quello della commissione Bilancio. In questo caso l’iter è più lungo per dare il parere su tutte le norme».
Dunque, questa annosa questione degli ex specializzandi, è vicina alla soluzione? Quali sono i tempi?
«Ho proposto ai colleghi relatori, in qualità di primo firmatario, di chiedere il percorso privilegiato, in modo da dare alla commissione la priorità deliberante. Se così fosse, si eviterebbe anche un percorso un po’ difficile, eviteremmo di perdere altro tempo per l’aula. Ora vediamo cosa ne pensano i colleghi».
Quindi, per chiudere, una stima realistica che tempi prevede?
«Se la discussione va nei termini e modi previsti e non ci sono incidenti di percorso credo che da qui ad un mese e mezzo possiamo trasferire il provvedimento alla Camera».