Lavoro e Professioni 15 Settembre 2015 16:59

Ex specializzandi: la Cassazione “amplia” i rimborsi

La sentenza 17434/2015 del 2 settembre apre anche agli “ante” 1983. Medici e governo ora convergono sull’accordo transattivo: ma sarà valido solo per chi avrà fatto precedentemente ricorso

Ex specializzandi: la Cassazione “amplia” i rimborsi

Altre migliaia di medici specialisti da rimborsare e un conto, dunque, sempre più salato da pagare per lo Stato. Apre scenari nuovi ed interessanti la sentenza 17434/2015 emessa dalla Cassazione lo scorso 2 settembre.


La Suprema Corte nel confermare il diritto al rimborso, negato completamente tra il 1982 ed il 1991, ed erogato in forma incompleta tra il 1994 ed il 2006, ha anche aggiunto un ulteriore elemento: il risarcimento spetta anche a chi ha iniziato la scuola di specializzazione prima del 1983. Questo significa che potranno agire per ottenere i rimborsi anche tutti coloro che hanno conseguito il diploma di specializzazione dopo tale data, indipendentemente dall’anno di iscrizione, godendo degli stessi diritti di quanti si sono iscritti dal primo gennaio 1983.

Il caso è finito anche all’attenzione del Sole24 Ore che lo ha affrontato anche in relazione alle conseguenze di natura finanziaria che potrebbe avere sui conti pubblici. Ad oggi sono infatti 97.300 i medici che avevano fatto ricorso a fronte dei 158.159 che, stando ai dati della FNOMCeO, hanno conseguito la specializzazione nel periodo (83-2006) in cui non erano state applicate le direttive europee ad hoc. Chiaramente ora quel numero va rivisto e Sanità informazione ha già richiesto un aggiornamento proprio alla Federazione degli Ordini dei Medici per ricalcolare il rischio di esborso dello Stato, attualmente attestato su una cifra superiore ai 4 miliardi di euro. La cifra, già imponente, è destinata ancora a salire anche in virtù della sentenza in questione che andrà ad impattare sul dato, fornito nei giorni scorsi da uno studio Demoskopica sui contenziosi causati dagli errori della Pubblica Amministrazione, secondo cui lo Stato – dal 2010 ad oggi – ha già dovuto pagare oltre 2 miliardi di euro, sborsando più di 150 milioni solo negli ultimi mesi.

Secondo Consulcesi, che ha ottenuto questa significativa sentenza in Cassazione dopo essersi già vista riconoscere oltre 402 milioni in favore dei medici tutelati, «l’accordo transattivo, proposto dai tre Ddl già in Parlamento, rappresenta senza dubbio la strada migliore per tutelare correttamente i medici danneggiati e, allo stesso tempo, salvaguardare le finanze pubbliche. Si tratta di riconoscere un diritto certo e, dall’altra parte, di contribuire alla riduzione degli sprechi che sta perseguendo il governo». Una soluzione chiesta già a gran voce da migliaia di medici che hanno firmato nelle scorse settimane una petizione on line sul sito Consulcesi e che sposerebbe appieno le intenzioni del premier Matteo Renzi e del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, sempre più decisi ad evitare che interessi, more e spese legali facciano ulteriormente lievitare i costi dello Stato di fronte a casi, come appunto quello degli ex specializzandi, dove la giurisprudenza è ormai consolidata e totalmente favorevole ai ricorrenti.

Proprio il Governo, come anticipato dal sottosegretario alla Salute Vito De Filippo ai microfoni di Sanità informazione, sembra sempre più determinato a chiudere la partita. In tal senso è significativo quanto dichiarato dal sottosegretario ai nostri microfoni a cui ha rivelato che «è attualmente in atto un’attentissima valutazione tecnica e, di conseguenza, finanziaria sul tema», affermando: «Vedremo nelle prossime settimane gli esiti di questo approfondimento. Senza dubbio faremo in modo che i diritti che possono essere riconosciuti lo siano presto». Una presa di posizione netta, quella del Sottosegretario, che ricalca quella che il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, aveva rilasciato solo alcuni mesi fa: «Va trovata una soluzione e snellito l’iter per ottenere i rimborsi per gli ex specializzandi perché, se da un lato lo Stato chiede ai cittadini di pagare le tasse, dall’altro deve pagare quando è chiamato a farlo».

Come chiedono a gran voce migliaia di medici, che stanno firmando la petizione on line lanciata da Consulcesi, si viaggia velocemente verso l’accordo transattivo che sarà valido per chi avrà precedentemente fatto ricorso.

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