Pubblicato un importante volume dell’Editore Giuffrè: «La nuova responsabilità sanitaria e la sua assicurazione. Commento sistematico alla Legge Gelli»
La “Legge Gelli” diventa operativa. La normativa che ha rivoluzionato il settore della responsabilità professionale degli operatori sanitari e la sicurezza delle cure, approvata il 28 febbraio 2017, sta dipanando i suoi effetti sui singoli aspetti che è chiamata a gestire procedendo in parallelo con l’approvazione dei diversi decreti attuativi.
A fare da guida per medici, giuristi, operatori sanitari, società scientifiche, manager del settore e compagnie assicurative, su questa delicata normativa arriva adesso un importante volume dell’Editore Giuffrè firmato dallo stesso relatore della legge con la collaborazione dei principali giuristi della materia che sarà presentato a Roma il 19 ottobre in un evento ospitato da “Consulcesi & Partners” e “Sanità Sicura”.
«Sì, è un bel tomo, un commentario alla legge che è stato fatto a più mani, coordinato dal sottoscritto e dallo studio Hazan di Milano, e che cerca di tradurre in parole più semplici, con i riferimenti bibliografici e giurisprudenziali, le singole parti della legge. In maniera particolare fa un approfondimento sugli aspetti legati alla prevenzione e sul decisivo ruolo del risk management e sulla parte più complessa che riguarda proprio gli aspetti assicurativi, soprattutto per le strutture, ma anche per gli esercenti le professioni sanitarie» spiega l’Onorevole Federico Gelli.
Onorevole, questa legge era attesa da anni sia dal fronte dei medici e di chi esercita tutte le professioni sanitarie, sia dal fronte dei pazienti perché dovrebbe sciogliere quei nodi che ci sono stati fino adesso nel contenzioso.
«Sì, è una legge che tende a creare un nuovo equilibrio, una nuova alleanza terapeutica, così vogliamo presentarla, tra i pazienti che riceveranno un sistema di protezione, di sicurezza delle cure all’interno del nostro sistema sanitario, e dall’altro i professionisti che potranno svolgere la loro attività professionale nel modo più sereno e più tranquillo rispetto al passato, per una professione che è particolarmente impegnativa e difficile. Credo che anche in questo caso, anche per i semplici cittadini oltre che, ovviamente, per gli addetti ai lavori, come diceva giustamente lei, gli avvocati, i medici, gli ordini professionali, il libro aiuterà a far comprendere a tutti noi cittadini l’importanza di avere introdotto nel nostro sistema sanitario la sicurezza delle cure come parte integrante del diritto alla salute previsto dall’articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana».
Su questo tema quali sono in particolare gli aspetti che andate ad approfondire?
«La disciplina del sistema assicurativo nel mondo sanitario viene fortemente innovata, dal meccanismo di autogestione del rischio, la cosiddetta autoassicurazione, ai massimali, dalle forme di ultrattività e retroattività delle coperture assicurative per le strutture, alle coperture assicurative per i liberi professionisti, fino alla copertura assicurativa per colpa grave nell’azione di rivalsa dei dipendenti delle strutture pubbliche e private».
Una legge che, anche nella pratica quotidiana, sta già perseguendo uno dei suoi obbiettivi, quello di snellire il contenzioso medico-paziente. E, secondo i dati fin qui raccolti, riesce a farlo efficacemente proprio negli ospedali e nelle strutture che hanno adottato una gestione attenta del risk management.
«È proprio così, ha colto perfettamente nel centro l’obiettivo principale della legge: lo studio, il monitoraggio, la gestione del rischio è l’elemento cardine. Noi non dobbiamo solo agire nella deflazione del contenzioso, con la riduzione della medicina difensiva che costa tanti soldi alla sanità del nostro Paese, ma dobbiamo fare in modo che un evento sentinella, un potenziale errore, un potenziale rischio che viene a capitare in una qualunque struttura sanitaria del nostro Paese diventi in qualche modo patrimonio dell’intera comunità scientifica per evitare che quello che è successo in quella struttura si ripeta in qualunque altra parte e quel rischio non si trasformi in un effettivo danno a carico del paziente. Questo è in qualche modo quello che noi prevediamo all’interno della legge con un meccanismo organizzativo che prevede l’obbligatorietà delle funzioni di gestione del rischio clinico in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private e una importante attività di formazione e aggiornamento professionale su questi temi. Poi è fondamentale il coordinamento del centro regionale per il rischio clinico e il ruolo dell’Osservatorio Nazionale per la sicurezza delle cure e il rischio in sanità presso AGENAS».
Per concludere, la legge è già operativa però per essere completa mancano ancora alcuni decreti attuativi. A che punto siamo e quali sono le prospettive per il completamento finale?
«I decreti sono una parte importante, come ben sappiamo. Il primo decreto, quello riguardante l’accreditamento delle società scientifiche e l’avvio del sistema nazionale delle linee guida, è stato firmato qualche giorno fa. Per quello sull’Osservatorio abbiamo già lo schema di decreto trasmesso alla conferenza Stato Regioni. Mancano i decreti che riguardano la parte importante della disciplina del sistema assicurativo nel mondo sanitario, sia per quanto concerne la normativa che riguarderà il quadro complessivo delle norme che dovranno disciplinare il meccanismo di autogestione del rischio, la cosiddetta autoassicurazione, per rendere più omogeneo all’interno del nostro Paese questo comportamento che sta diventando una vera e propria consuetudine, e gli altri decreti che invece riguarderanno le forme di disciplina dei massimali, delle forme di ultrattività e retroattività delle coperture assicurative per le strutture, e poi ovviamente anche la parte che riguarda le coperture assicurative per i liberi professionisti e per l’azione di rivalsa, o meglio, la copertura assicurativa per colpa grave nell’azione di rivalsa dei dipendenti delle strutture pubbliche e private. Sono decreti importantissimi, molto tecnici, molto dettagliati che vedranno luce nell’autunno di quest’anno, così come era previsto dalla legge. Sono ovviamente i decreti per cui occorre più tempo anche perché i soggetti che sono chiamati a elaborare questi decreti sono alcuni Ministeri, non solo il Ministero della Sanità, ovviamente, ma il capofila è il Dicastero dello Sviluppo Economico e molti attori del sistema che verranno coinvolti. Quindi è giusto fare un lavoro istruttorio così importante».
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