Nell’ateneo estense maxi allargamento dei posti, da 180 a 600, fortemente voluto dal rettore Zauli. Plateale protesta di un genitore-medico: «Grande business sulla pelle dei ragazzi»
Un ateneo modello in una tranquilla – e bellissima – cittadina di provincia. Sono due degli ingredienti che hanno spinto oltre 1200 aspiranti medici a scegliere Ferrara come sede per il test di Medicina. Ma a promuovere Unife ci ha pensato il rettore Giorgio Zauli con quella che lui stesso ha definito una ‘pre-sperimentazione‘: l’allargamento dei posti a 600 unità (seconda solo a La Sapienza di Roma) e l’annuncio che l’anno prossimo – Miur permettendo – l’ateneo avvierà un percorso che prevederà l’accesso libero al primo semestre di area medica e una selezione basata sui voti conseguiti in alcune discipline. Quanto basta per spingere 1200 ragazzi a tentare il temuto quiz a Ferrara. La mattinata è trascorsa tranquilla, non ci sono state notizie di particolari irregolarità, anche se gli studenti hanno mantenuto occhi vigili: «Se mi accorgessi di qualcosa che non va non esiterei a fare ricorso», sottolinea una ragazza appena uscita dal test.
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«Noi come ogni anno siamo qua a presidiare le università e a raccogliere le segnalazioni di eventuali irregolarità. Siamo contenti dell’aumento dei posti a disposizione ma sappiamo che non basta a soddisfare il fabbisogno di medici del nostro SSN. Le irregolarità più riscontrate sono sempre le stesse: uso di telefoni cellulari o auricolari, mancata schermatura delle aule, domande errate» sottolinea a Sanità Informazione Francesca Sardella, consulente del network legale Consulcesi. Per segnalare le difficoltà incontrate al momento dei test di ingresso e per avere tutti i chiarimenti giuridici e legali sull’argomento, per gli studenti è a disposizione lo sportello di consulenza on line www.numerochiuso.info che aiuta le future matricole a mettersi in guardia dai “furbetti”.
In molti a Ferrara hanno considerato il test in linea con quello degli anni passati, anche se non a tutti è piaciuta la scelta di aumentare le domande di cultura generale da 2 a 12 (mentre quelle di logica sono scese da 20 a 10). «Vorremmo un test più semplice e con più posti a disposizione» sottolinea una ragazza. Ma sono in molti a ricordare il problema dell’imbuto formativo: «Inutile abolire il numero chiuso se poi non aumentano i posti nelle specializzazioni» sottolinea Alessandro, al primo anno di Medicina a Ferrara e in attesa che la ragazza esca dalle aule del test.
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La tranquillità della mattinata ferrarese è stata interrotta dalle vibranti proteste di un genitore-medico piuttosto arrabbiato: «Tutto questo è un grande business sulla pelle dei ragazzi. Mancano i medici negli ospedali e ci stanno facendo perdere tempo e soldi con questo quiz» proclama ad alta voce, guadagnando anche l’applauso della folla in attesa dei ragazzi in uscita.
Lo sbarramento del numero chiuso e il quiz continuano a non piacere a molti giovani: «Giusto che ci sia una selezione, ma il quiz non è il metodo giusto» sottolinea un giovane. E in molti apprezzano la sperimentazione lanciata dal rettore Unife: «Un’ottima idea – spiega una ragazza – che finalmente permetterà di valutare i ragazzi in modo meritocratico e non con un test a crocette in 100 minuti. Io ho sperato fino all’ultimo che partisse già quest’anno». Ma c’è anche qualcuno che difende il quiz: «I primi esami sono i più duri, non sempre si capisce da lì se si è portati o meno per la medicina. Meglio il quiz» spiega un aspirante medico.