Sparano (Fimmg Napoli): «Siamo in prima linea con mezzi insufficienti, ognuno faccia la sua parte»
La Fimmg Napoli scende in campo in difesa dei medici di famiglia, e lo fa con una campagna di sensibilizzazione che partirà dalle strade e dagli studi degli stessi medici di Medicina Generale. Dal 21 dicembre al 14 gennaio, manifesti 6 metri per 3 affissi per le strade del capoluogo campano parleranno ai cittadini. Molto eloquenti gli slogan: «Per molti siamo invisibili, ma chi ci è vicino ci riconosce ad occhi chiusi»; «Non mandarci all’inferno. Già ci siamo»; «Abbiamo giurato di aiutare gli altri. Quando ci insultate, ricordatevelo»; «Ogni giorno viviamo esperienze che nessuno conosce. Forse è per questo che si dimenticano di ciò che facciamo». Quattro frasi che vanno dritte al cuore di chi le legge e ricordano come i camici bianchi, in particolare i medici di famiglia, siano coloro che in questa pandemia stanno pagando il prezzo più alto; chiamati a rispondere ogni giorno a centinaia di chiamate e richieste di consulto con ogni mezzo possibile, dalle e-mail a WhatsApp.
Tra le varie criticità che i medici della Fimmg denunciano: la mancanza di un supporto adeguato per la struttura organizzativa in grado di sostenere l’attività no-stop dei medici di famiglia in questo periodo in cui gli stessi danno la disponibilità ininterrottamente dalle 8.00 alle 20 grazie alle AFT (aggregazioni funzionali territoriali); un numero insufficiente di medici di medicina generale in alcuni quartieri rispetto alla densità abitativa; l’assenza di linee guida da parte del Governo centrale e della Asl; l’impossibilità di accedere alla banca dati dei medici di famiglia da parte della Asl e degli ospedali perché le infrastrutture tecniche esistenti non consentono il collegamento in rete condivisa. Una situazione in cui, ovviamente, non esiste solo il Covid, ma un’assistenza da continuare a dare a chi soffre di altre patologie.
In più, a detta della Fimmg, l’ultima tegola in ordine cronologico riguarda la sentenza del Consiglio di Stato che obbliga i medici di famiglia a visitare i pazienti sintomatici nella loro abitazione. Una sentenza che trova i medici di famiglia impreparati loro malgrado, dal momento che, denunciano, mancano adeguati DPI e che così facendo si mette a repentaglio la loro vita e quella dei pazienti che eventualmente sono chiamati a visitare nel giorno successivo alla visita del paziente affetto dal virus. «Occorre intervenire presto affinché non si contino altre vittime – afferma Luigi Sparano, Segretario Provinciale Fimmg -. Ognuno faccia la sua parte, noi faremo le nostre visite ma salvate le famiglie dei pazienti se non volete salvare le nostre».
La Fimmg, inoltre, ritiene opportuno ristabilire chiarezza sui compiti dei medici di famiglia o di medicina generale e delle nuove Usca (Unità speciali di continuità assistenziali) in modo che, con le altre specializzazioni e con i medici ospedalieri, si lavori ognuno svolgendo la sua attività, in un clima di collaborazione nel raggiungimento di obiettivi comuni che sono rivolti alla salvaguardia e tutela della salute e della vita dei pazienti.
«Il nostro obiettivo, che cerchiamo di raggiungere anche tramite questa campagna, è quello di consolidare il rapporto con i nostri assistiti – continua Sparano -, un rapporto basato sulla conoscenza e fiducia reciproca. È stato un anno difficile in cui ce l’abbiamo messa tutta per essere accanto ai nostri pazienti pagando anche un prezzo altissimo in termini di vite umane. Per far fronte al rischio di contagio abbiamo predisposto modalità nuove di accesso ai nostri studi, tra cui i videoconsulti, il triage telefonico, abbiamo assicurato laddove possibile anche il nostro intervento a domicilio. La campagna che parte in questi giorni – conclude – si inserisce in quest’ottica di consolidamento del nostro rapporto col territorio, per rassicurare sulla continuità della nostra assistenza soprattutto nei confronti dei pazienti con cronicità e fragilità».
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