La Federazione nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche, a nome dei 456 mila professionisti che rappresenta, scrive una lettera aperta e si appella alla classe politica per richiedere un adeguato riconoscimento economico e la promozione di un sistema basato sulla meritocrazia
«Se è vero che “peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”, allora è arrivato il momento che alle parole seguano i fatti». È così, ricordando le parole pronunciate da Papa Francesco in una Piazza San Pietro deserta, in uno dei momenti più critici della pandemia, che la FNOPI, la Federazione nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche, si appella alla classe politica per ottenere un adeguato ritorno economico e un sistema realmente meritocratico. «Dalla bozza del nuovo contratto alla Legge di Bilancio, dalle riforme professionali ai percorsi accademici e universitari, niente sembra volersi concretizzare nella direzione delle nostre richieste», scrivono gli infermieri italiani in una lettera aperta.
Sono 456 mila i professionisti di categoria in prima linea contro il Covid-19. Un esercito di professionisti sanitari che dopo due anni di pandemia si rivolge all’interno Paese, a chi già conosceva la loro professionalità e a chi ne ha scoperto ruolo e preparazione soltanto in questa situazione di emergenza. «Anche se il mondo intero ha riconosciuto gli infermieri come il motore, la spina dorsale, il futuro di ogni moderno sistema sanitario e sociale che voglia definirsi tale. Anche se siamo stati definiti eroi, angeli, mentre ci venivano dedicate piazze e statue. Non siamo vincitori», sottolineano gli infermieri italiani, attraversi la loro Federazione nazionale. Scrivono una storia che non li vede vincitori, «ma – sottolineano – non per colpa nostra. Perché in questi due anni abbiamo dovuto mettere da parte la normale straordinarietà della nostra professione al fianco del cittadino. Abbiamo dovuto lavorare in costante emergenza, ci siamo ammalati di più e peggio di ogni altra categoria, abbiamo rinunciato a ferie, permessi, progetti di carriera e di vita».
Ed ora stanno perdendo anche l’ultima cosa che gli era rimasta: la speranza. «La speranza di una Sanità e di una Politica in grado di riconoscere percorsi di valorizzazione della professione infermieristica – scrivono ancora nella loro lettera aperta -. Dalla bozza del nuovo contratto alla Legge di Bilancio, dalle riforme professionali ai percorsi accademici e universitari, niente sembra volersi concretizzare nella direzione delle richieste avanzate con forza e decisione dalla nostra Federazione Nazionale che, quale Ente sussidiario dello Stato, ha pur sempre mantenuto un dialogo serio e pacato per dovere istituzionale». Gli infermieri italiani manifestano così tutta la loro sfiducia e delusione: «Se questo Paese, se i suoi decisori politici vogliono invertire questa rotta – avvertono – lo facciano adesso. La FNOPI non può ancora continuare a lungo a cercare una mediazione che non esiste. Perché nulla, oggi – concludono -, è avvenuto rispetto a quanto richiesto e quanto dichiarato davanti alle telecamere».
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