«Vorremmo cambiare il codice deontoogico per mostrare ai cittadini come i medici possano essere uno strumento per loro, per comprendere quali sono i problemi di salute che hanno e rispondere alle proprie individuali esigenze»
Il Ministro della salute Roberto Speranza ha dichiarato, di recente, che ci sarà «un rilancio della formazione del personale sanitario. Saranno finanziate 2700 borse di specializzazione aggiuntive per 101 milioni. E un piano straordinario di formazione sulle infezioni ospedaliere per un importo di 80 milioni».
Speranza ha sempre considerato la formazione come un aspetto chiave della complessa gestione della pandemia. «Puoi comprare camici, respiratori, guanti, ma non medici, infermieri e personale sanitario. O lo hai formato con anni di programmazione, oppure non ce l’hai nell’esatto istante in cui ti servono» diceva qualche settimana fa all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
L’aggiornamento professionale in ambito medico è oggi più importante che mai. Non solo per l’emergenza Covid e per le possibili future pandemie ma anche perché scienza, medicina e tecnologia continuano a fare passi da gigante e bisogna tenere il passo. Di fronte al proliferare di fake news e disinformazione sulla medicina e in un clima di sfiducia nei confronti della scienza e dei suoi rappresentanti, un medico formato e aggiornato diventa una garanzia per la salute dei cittadini.
Ne è profondamente convinto anche il presidente FNOMCeO Filippo Anelli. «La formazione del personale sanitario è assolutamente indispensabile – ha evidenziato ai nostri microfoni -. Noi professionisti sanitari qualifichiamo la nostra azione attraverso i processi formativi. Per questo, siamo sempre più impegnati sia nella formazione continua che nel migliorare la formazione dei nuovi medici».
Su questo aspetto, Anelli ha dichiarato che «è in corso una profonda riflessione all’interno della nostra Federazione. Pensiamo che il medico del futuro debba essere il medico del singolo cittadino e non il medico della malattia come spesso è stato e come spesso succede. Vorremmo cambiare il codice deontologico per mostrare ai cittadini come i medici possono essere veramente uno strumento per loro, per comprendere quali sono i problemi di salute che hanno, rispondere alle proprie individuali esigenze. E per poter trovare nei medici la soluzione ai propri problemi».
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