Lavoro e Professioni 30 Maggio 2022 18:38

Formazione, digitalizzazione e continuità ospedale-territorio: a Tor Vergata le ricette per la sanità del futuro

Nell’evento preparatorio del prossimo Forum Risk Managment dal titolo “PNRR e gestione del rischio in sanità” i principali attori della sanità a confronto

di Francesco Torre

I principali stakeholder e attori della sanità italiani sono d’accordo: dalla pandemia può nascere una sanità più efficiente e più efficace e la riforma dell’assistenza sanitaria territoriale è una occasione da non perdere. È quanto emerso dal convegno PNRR e gestione del rischio in sanità” che si è svolto presso l’Aula Magna dell’Università di Roma Tor Vergata, evento preparatorio verso il prossimo Forum Risk Management che si svolgerà a novembre ad Arezzo.

Tanti i temi trattati: dal potenziamento dell’assistenza di prossimità all’assistenza domiciliare integrata, dalla digitalizzazione alla riorganizzazione dei Pronto soccorso.

Oltre ai messaggi del Ministero della Salute Roberto Speranza e del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, sono intervenuti Guido Rasi, Presidente del Comitato Scientifico di Consulcesi, Giuseppe Quintavalle, Direttore Generale Policlinico Tor Vergata, Orazio Schillaci, Rettore dell’Università di Roma Tor Vergata, Vasco Giannotti, Presidente Forum Risk Management, Fernando Capuano, presidente della Simedet.

Responsabili scientifici dell’iniziativa Paolo Casalino, Dirigente Professioni sanitarie Policlinico Tor Vergata, ed Alessandro Sili, Responsabile Area funzionale delle professioni sanitarie e sociali Policlinico Tor Vergata.

Quintavalle (DG Tor Vergata): «Presa in carico non sia solo sanitaria»

«La pandemia ha cambiato molte regole e principalmente ha fatto comprendere che il paziente è un unicum di continuità di cure: non si tratta solo di seguirlo nel territorio e portarlo in ospedale, ma occorre prevedere dei percorsi diagnostico terapeutici finalizzati a una presa in carico che non è solo sanitaria ma che deve riguardare tutti gli aspetti, anche le fragilità» ha spiegato Giuseppe Quintavalle che nel suo intervento ha anche ricordato le due priorità da affrontare a breve termine: l’abbattimento delle liste d’attesa e il decongestionamento delle liste d’attesa. «L’ospedale di comunità può fare la differenza per decongestionare il Pronto soccorso, occorre studiare nuovi modelli organizzativi. Il Pronto soccorso non ce la fa più, bisogna far accedere chi veramente ne ha bisogno».

Rasi (Consulcesi): «Formazione e risorse umane essenziali»

«In questo PNRR – ha spiegato Guido Rasi – è importante che si porti attenzione sull’elemento delle risorse umane: al momento non vedo piani adeguati di assunzioni del personale e la pianificazione di interazione delle competenze. Così come è fondamentale puntare sulla formazione».

Tra i relatori anche il Direttore Sanitario del Policlinico Tor Vergata Marco Mattei, Don Massimo Angelelli, Direttore dell’Ufficio Nazionale della pastorale della Salute della Conferenza Episcopale Italiana e Pier Luigi Bartoletti della Segreteria Nazionale della FIMMG.

Giannotti (Forum Risk): «Sicurezza del paziente torni centrale in attività Asl»

«Dopo tutto quello che è successo la gestione del rischio è rimasta in secondo piano, sopraffatti dall’esigenza di rispondere ai problemi della pandemia – spiega Vasco Giannotti -. Oggi dobbiamo riscoprire che il tema della sicurezza del paziente e le azioni di prevenzioni del rischio deve tornare ad essere una attività centrale delle aziende sanitarie e dobbiamo avere come obiettivo quello di gestire il rischio in tutto il percorso tra ospedale e territorio: Rsa, Case della comunità fino al domicilio del paziente. Anche in questo percorso sul territorio dobbiamo garantire la qualità delle cure, dell’assistenza e una parte della qualità delle cure è la sicurezza. Uno dei temi del forum Risk Management del 22-25 novembre ad Arezzo sarà proprio questo. Usciremo dal Forum con un documento condiviso per portare sui tavoli delle direzioni strategiche delle aziende sanitarie questo come uno degli obiettivi prioritari».

Tanti i relatori anche della sessione pomeridiana aperta da Rodolfo Lena, Presidente della Commissione Sanità della Regione Lazio. Nella tavola rotonda sono intervenuti i Presidenti o delegati delle Federazioni Nazionali degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri con Antonio Magi, delle Professioni Infermieristiche con Maurizio Zega, dei TSRM e PSTRP, con Riccardo Orsini e Claudio Dal Pont per l’Ordine Provinciale di Roma, del Consiglio Nazionale degli Psicologi con il Presidente David Lazzari, dei Veterinari con Daniela Mulas, con Renato Soma per la Federazione degli Ordini dei Chimici e Fisici, con Nadia Rovelli per la Federazione degli Ordini delle Ostetriche, con Fabio Canini per il Servizio di Prevenzione e Protezione, con Laila Perciballi Referente per le relazioni con la cittadinanza e la promozione dei valori dell’Ordine per la FNO TSRM PSTRP, Laura Patrucco per gli Onconauti, Paziente Esperto EUPATI e ASSD ed Elio Rosati Segretario CittadinanzAttiva della Regione Lazio.

Capuano (Simedet): «Digitalizzazione chiave per raggiungere i fragili»

«In questa fase post pandemica, come ci ha ricordato il ministro Speranza, dobbiamo cogliere questa occasione per rilanciare il nostro servizio sanitario con l’apporto delle professioni sanitarie e con la digitalizzazione che deve essere uno strumento inclusivo – spiega Fernando Capuano, presidente Simedet -. Noi raggiungiamo i fragili, chi ha difficoltà ad accedere ai nostri servizi. Questa giornata può dare una spinta per riorganizzare il territorio e per una migliore integrazione tra ospedale e comunità territoriale che è mancata durante la pandemia».

«La pandemia ci ha insegnato una cosa essenziale, il lavoro in équipe – aggiunge Paolo Casalino -. È una visione culturale completamente diversa. Alcune professioni che non erano abituate a lavorare in équipe lo hanno fatto, è un bagaglio che non possiamo disperdere. La formazione che stiamo preparando è una formazione multidisciplinare a livello di Pdta. Questo dev’essere l’obiettivo altrimenti tutto quello che è passato non sarà servito a nulla».

«Ci sono prospettive molto ambiziose per tutte le professioni sanitarie – spiega Alessandro Sili, Responsabile Area funzionale delle professioni sanitarie e sociali Policlinico Tor Vergata -. Di fatto la gestione del paziente pluripatologico e del paziente cronico trova ospitalità in tutta la professione sanitaria che ha diversi bisogni alterati: bisogni che possono essere soddisfatti soprattutto dall’area infermieristica ma di concerto con l’area tecnica e con l’area della riabilitazione. È stata un’opportunità per tutte le professioni quella di rimettersi in gioco, di rivisitare i propri ruoli e le proprie funzioni. Da qui serve una nuova risorse che sarà necessaria per gestire le risorse messe in campo. Non possiamo sicuramente improvvisare nella gestione degli ospedali e delle case di comunità».

 

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