Il Segretario FNOMCeO ritorna su un argomento fondamentale per tutta la categoria: l’aggiornamento professionale. L’articolo 16 quater della Legge 502 del 1992 impone formazione a tutti gli operatori sanitari e per le strutture private con dipendenti non in regola c’è la sospensione dell’accreditamento
«Da 25 anni in Italia la formazione continua è requisito per svolgere la professione, con tutto quanto ne può conseguire anche sul piano della responsabilità professionale». Sergio Bovenga, Segretario FNOMCeO, torna su un argomento centrale nella vita del professionista sanitario, ovvero la formazione ECM. Questa volta lo fa dalle pagine di DoctorNews33. Intervistato da Mauro Miserendino, alla domanda se sia vero o no che sempre più spesso assicurazioni e giudici prendono in considerazione i percorsi formativi dei professionisti, Bovenga conferma che partecipare ad attività di formazione continua «è indispensabile per svolgere attività professionale come dipendente o libero professionista, per ospedali, università, Asl e strutture sanitarie private; lo prevede l’articolo 16 quater della Legge 502 del 1992».
L’articolo 16-quater intitolato “Incentivazione della formazione continua” così recita: «La partecipazione alle attività di formazione continua costituisce requisito indispensabile per svolgere attività professionale, in qualità di dipendente o libero professionista, per conto delle aziende ospedaliere, delle università, delle unità sanitarie locali e delle strutture sanitarie private. I contratti collettivi nazionali di lavoro del personale dipendente e convenzionato individuano specifici elementi di penalizzazione, anche di natura economica, per il personale che nel triennio non ha conseguito il minimo di crediti formativi stabilito dalla Commissione nazionale. Per le strutture sanitarie private l’adempimento, da parte del personale sanitario dipendente o convenzionato che opera nella struttura, dell’obbligo di partecipazione alla formazione continua e il conseguimento dei crediti nel triennio costituiscono requisito essenziale per ottenere e mantenere l’accreditamento da parte del Servizio sanitario nazionale».
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«La formazione – spiega ancora Bovenga – restituisce le risorse impiegate per sostenerla se essa genera cambiamenti, nelle competenze tecniche e in quelle non tecniche; se modifica comportamenti; se amplia il recinto della sicurezza delle cure e migliora le performance. Che poi in sanità non sono altro che gli esiti delle nostre cure. Ecco perché sono convinto che il sistema debba puntare, e a mio avviso lo sta già facendo, a valorizzare i comportamenti virtuosi anziché a perseguire coloro che per il momento si pongono ai margini del sistema formativo».
In ogni caso, nell’intervista viene sottolineato come, forse grazie alla proroga per ottenere i crediti anche quest’anno per colmare il debito formativo del triennio scorso o alla possibilità di dedurre tutte le spese impiegate per partecipare ad eventi formativi, il numero dei medici che si formano è superiore a quello del triennio precedente: «Bastano pochi dati per rendersene conto. Nel triennio 2011 – 2013 l’obbligo formativo medio (ovvero la sommatoria teorica di tutti gli obblighi formativi di ciascun professionista) era di 123 crediti e, per effetto delle successive riduzioni, si è ridotto ulteriormente a un obbligo formativo individuale medio di 120 crediti. Nel contempo, sempre nel periodo 2011-13, la media dei crediti acquisti tra i professionisti era di 115 crediti (poco al di sotto quindi dell’obbligo formativo individuale medio) ed è salita a ben 135 crediti nel triennio 2014-16. Questo vuol dire due cose: crescita complessiva della domanda di formazione ECM e della partecipazione ad eventi ECM; ma anche che molti professionisti (circa un terzo) fanno più formazione di quanta ne dovrebbero fare se si limitassero al puro soddisfacimento dell’obbligo formativo individuale».
Per quanto riguarda, invece, il Dossier Formativo, il Segretario FNOMCeO lo considera «un cambio di passo importante nella formazione continua» in quanto «presuppone una pianificazione dei propri bisogni e la verifica, al termine del triennio, di quanto tale programmazione sia stata coerentemente svolta», ma «per ora non sono ancora tantissimi i professionisti che lo hanno programmato rispetto alla platea potenziale». «Per chi sceglie il Dossier Formativo – conclude Bovenga – c’è un bonus di 30 crediti che riguarda l’intero triennio 2017-2019, di 20 crediti se lo si fa per solo due anni e di 10 crediti se il dossier riguarda un solo anno. Inoltre è importante sapere che i primi 10 crediti di bonus (del triennio) sono attribuiti subito al momento della compilazione del dossier».