Mangiacavalli (FNOPI): «Con Cogeaps infermieri non in regola avvisati per tempo». Rea (OPI Napoli): «Un infermiere esperto deve essere formato». Clarizia (OPI Pordenone): «Fondamentale continuare a lavorare sulla formazione continua»
Obbligo ECM in scadenza anche per gli infermieri. E gli Ordini delle Professioni Infermieristiche di tutta Italia invitano i propri iscritti a mettersi in regola entro il 31 dicembre prossimo, ultimo giorno utile per accumulare tutti i crediti formativi richiesti dalla normativa. Per chi non dovesse riuscirci (o non semplicemente non volesse farlo) in arrivo sanzioni e l’impossibilità di trovare una copertura assicurativa, alla luce delle ultime novità relative alla Legge Gelli-Bianco relativa alla responsabilità professionale di chi esercita una professione sanitaria: chi non raggiungerà almeno il 70% del fabbisogno formativo nel triennio non potrà accedere all’assicurazione.
«È fondamentale che si continui a lavorare in maniera importante sull’ECM e sulla formazione continua – spiega il presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Pordenone Luciano Clarizia, a capo del coordinamento Friuli Venezia-Giulia – perché nelle professioni sanitarie guai se così non fosse! È chiaro però che stiamo avendo momenti difficili». Difficoltà che, secondo il presidente dell’OPI di Pordenone «non sono da ravvisarsi solo nella pandemia, che da due anni crea un impegno molto maggiore nel sistema sanitario nazionale, ma anche per la diffusa carenza di personale infermieristico». Questa situazione danneggia il personale anche dal punto di vista formativo, in quanto «le aziende fanno fatica anche a dare permessi ai loro dipendenti per potersi aggiornare e la mancanza di aggiornamento fa la differenza anche sulla qualità della professione e quindi sul lavoro. Su questo bisogna fare una riflessione importante».
«A prescindere la formazione è alla base della professione. Un infermiere esperto deve essere formato, anche perché noi facciamo salute». Questo il messaggio trasmesso da Teresa Rea, presidente OPI Napoli, che continua: «Le professioni sanitarie devono aggiornarsi lungo tutto l’arco della loro vita professionale, facciamo un forte investimento sulla formazione. Necessariamente al termine di questo triennio per chi non riesce o non vuole aggiornarsi in qualche modo deve scattare una forma di sanzionamento – conclude Rea –, o quantomeno deve scattare un premio per chi risponde all’obbligo formativo. Deve esserci una differenziazione non si può a questo punto essere tutti uguali».
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A breve arriveranno dal Cogeaps le comunicazioni sui crediti accumulati e agli ordini andranno prima gli avvertimenti e poi i provvedimenti per chi non vorrà approfittare dell’ultimo avviso per mettersi in pari: «Noi metteremo in essere dei piani che daranno la possibilità a chi non si è formato di farlo e di raggiungere i crediti del triennio – spiega Gennaro Mona, presidente OPI Caserta e presidente del coordinamento Campania-Basilicata-Molise –. Anche perché la formazione è fondamentale anche sull’aspetto delle assicurazioni». Queste, spiega Mona, «cercano di trovare il cavillo per non coprire, e quindi se non si è adempiuto all’obbligo formativo ci si ritrova in una situazione in cui si rischia di non essere coperti dall’assicurazione. Io parto dal presupposto che la formazione è un obbligo morale per il professionista, altrimenti non garantiremo mai il sistema salute».
Tra i rischi per gli infermieri (ma questo vale per tutti gli operatori sanitari) che non saranno in regola alla data del 31 dicembre 2022 ci sono anche la sospensione e la cancellazione dall’ordine di appartenenza. Aurelio Filippini, presidente dell’Ordine delle Professioni infermieristiche di Varese, auspica che, rispetto alle sanzioni contemplate (fino alla sospensione), «tutte le Federazioni trovino un filo comune per far sì che non ci sia una professione maggiormente penalizzata rispetto ad un’altra». Filippini aggiunge poi di sperare che non si arrivi mai alla cancellazione del professionista inadempiente, «perché da presidente preferirei che i miei colleghi lavorassero e continuassero a far del bene alle persone».
La presidente della FNOPI (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche) Barbara Mangiacavalli, considera il 31 dicembre una «scadenza importante» e poi rivela: «Con il Cogeaps abbiamo concordato una modalità per ricordare tale scadenza a tutti i professionisti sanitari, affinché si mettano in regola. C’è ancora tempo e modo – spiega –, anche perché l’offerta formativa delle Federazioni è comunque importante. L’obiettivo, ovviamente, non è di tipo sanzionatorio. L’obiettivo è culturale e scientifico, per fare in modo che professionisti acquisiscano anche una modalità comportamentale, insita nell’esercizio di una professione sanitaria, che è quella di mantenere una formazione sempre all’altezza delle situazioni assistenziali che si presentano».
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