Il nuovo Direttore dell’Ufficio formazione e supporto al programma nazionale ECM dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali: «Passare dalla “competenza perché devo” alla “competenza perché lavoro sull’esito”»
È arrivato a Roma da pochi giorni e ha ancora lo sguardo spaesato mentre cammina tra i corridoi della sede dell’Agenas, proprio alle spalle di via Veneto. «Ho pochi minuti, poi devo scappare a prendere il treno per Padova, dove mi aspetta la mia famiglia per il weekend». Incontriamo Achille Di Falco alla fine della sua prima settimana come Direttore dell’Ufficio formazione e supporto al programma nazionale ECM dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.
Non si sono dubbi che in Agenas i fascicoli sul tavolo, in questi giorni di frenesia, siano altri, ma «per noi la formazione ECM è cruciale, e dobbiamo lavorare per semplificare tutto il processo, come abbiamo fatto in Veneto». Sono le parole di Domenico Mantoan, fresco di nomina come Direttore generale Agenas. E in effetti l’obiettivo dell’ufficio di Di Falco è replicare su scala nazionale quanto fatto a casa, quando era Direttore della Formazione e Sviluppo delle Professioni sanitarie prima a Padova e poi all’Azienda Zero di Regione Veneto.
Insomma, Di Falco sa di che parliamo quando affrontiamo il tema dell’Educazione continua in medicina. E la strada da percorrere appare abbastanza chiara: «Intanto dobbiamo trovare delle modalità di semplificazione del percorso formativo facendo molta attenzione alla dimensione qualitativa», spiega ai nostri microfoni.
E semplificazione va spesso a braccetto con tecnologia: «Le video-conferenze in questi mesi hanno consentito di rispettare le regole necessarie ad evitare i pericoli della pandemia e di stare al contempo molto vicini ai nostri professionisti, che in questo momento hanno particolarmente bisogno di implementare i loro ambiti di conoscenze».
E poi c’è la formazione a distanza, che veniva sfruttata da molti medici e professionisti sanitari già prima dell’emergenza; ma dal momento che tutti gli eventi residenziali sono stati annullati, la FAD ha dimostrato in questo frangente tutte le sue potenzialità. «Un passo avanti dal quale difficilmente torneremo indietro», il commento di Di Falco.
«Ci sarà l’effetto del nuovo telefonino. All’inizio ci si trova in difficoltà, ma quando si inizia a conoscere lo strumento ci si accorge che ci aiuta. E anche i provider si sono accorti che la dimensione online può offrire degli elementi di maggior interazione con il professionista. Ma ancora una volta – puntualizza – non si tratta di girare un interruttore, ma di lavorare sulla dimensione qualitativa della formazione online».
Semplificazione e qualità quindi i fari che illumineranno il percorso della formazione ECM nei prossimi mesi, che necessariamente si intersecherà con la riforma del sistema in corso. Riforma che tra gli obiettivi ha anche un nuovo approccio del professionista all’aggiornamento continuo. Secondo Di Falco, questo dovrà liberarsi dall’«obbligo per la prosecuzione della carriera» e convincersi della necessità di «sviluppare le competenze per il raggiungimento di esiti di salute dei cittadini».
«Da una parte – spiega Di Falco – dovremo sviluppare obiettivi chiari collegati all’assistenza ai pazienti; dall’altra, fare in modo che gli stakeholder del settore della formazione colleghino a questi obiettivi l’offerta formativa. In questo modo vi sarebbe maggiore soddisfazione da parte dei professionisti nel percorrere strade legate a questi obiettivi che rivedono poi nella loro organizzazione e negli esiti».
«Quando riusciremo a passare dalla “competenza perché devo” alla “competenza perché lavoro sull’esito” – conclude Di Falco – la formazione potrà rientrare in una dimensione di sviluppo dei nostri professionisti».
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