Lavoro e Professioni 18 Ottobre 2021 16:40

Formazione ECM, Orlandi (Chimici-Fisici): «Essenziale ma l’offerta formativa è di livello non adeguato. Occorre investire»

La presidente della FNCF sottolinea l’importanza della Formazione: «Non dovrebbe essere vista come un costo ma come un investimento di lungo periodo». E ricorda: «Per gli iscritti non in regola risvolti in ambito di tutela assicurative». Poi chiede «la presenza di un numero adeguato di Provider in grado di offrire dei corsi di alto livello»

di Francesco Torre
Formazione ECM, Orlandi (Chimici-Fisici): «Essenziale ma l’offerta formativa è di livello non adeguato. Occorre investire»

«La formazione non dovrebbe essere vista come un costo ma come un investimento di lungo periodo, e dovrebbe pertanto essere alla base dei processi di crescita e sviluppo di un Paese». Parola di Nausicaa Orlandi, Presidente della Federazione Nazionale Chimici Fisici e fino a qualche mese fa membro del Comitato Tecnico Scientifico, che a Sanità Informazione spiega tutte le difficoltà che i Chimici e i Fisici incontrano nel momento in cui vogliono rispettare gli obblighi della Formazione continua. In primis perché «non vi è un’adeguata offerta formativa specialistica» verso questi professionisti: colpa anche dei pochi investimenti su Chimici e Fisici, anche in ambito pubblico: «Sono residuali e qualora invece vengano svolti non danno luogo a crediti ECM proprio per i costi posti in capo agli enti pubblici per l’accreditamento». La conseguenza, spiega Orlandi, è che ad oggi molti professionisti frequentano corsi di aggiornamento utili e necessari per il loro settore che non rilasciano tuttavia crediti ECM, e conseguentemente «si trovano poi a dover fare anche corsi che rilasciano crediti ECM che sono generici ma non mirati e di alto livello».

Presidente, perché è importante aggiornarsi?

«L’aggiornamento è insito nella professione perché permette al professionista da un lato di poter essere aggiornato sull’evoluzione normativa di settore e su nuove tecnologie e materiali, e dall’altro di approfondire ambiti specifici applicativi della chimica e della fisica. Le attuali prospettive incentrate su economia circolare, tutela ambientale, innovazione di prodotto e processo, nuovi materiali, intelligenza artificiale, sicurezza sul lavoro e sicurezza degli alimenti coinvolgono in primis Chimici e Fisici.  Per poter guidare questi processi di sviluppo ed innovazione i nostri professionisti sono chiamati ad informarsi ed aggiornarsi ad alti livelli. Ma l’aggiornamento tramite partecipazione a momenti formativi di alto livello permette anche la possibilità di creare importanti occasioni di confronto e di poter interagire tra professioni in ottica multiprofessionale».

Manca la cultura della formazione?

«Nel nostro Paese, la cultura generale della formazione professionale sta vivendo ancora una fase embrionale, in quanto da un lato viene imposta per norma e dall’altro non vi è adeguata offerta formativa specialistica. I vari settori in cui operano Chimici e Fisici richiedono momenti formativi specifici dedicati ai vari ambiti. Nonostante questi aspetti evidenti gli investimenti su Chimici e Fisici, anche in ambito pubblico, sono residuali e qualora invece vengano svolti non danno luogo a crediti ECM proprio per i costi posti in capo agli enti pubblici per l’accreditamento. La formazione non dovrebbe essere vista come un costo ma come un investimento di lungo periodo, e dovrebbe pertanto essere alla base dei processi di crescita e sviluppo di un Paese».

Cosa succede a chi non è in regola?

«La normativa in materia di ECM è chiara ed illustra in maniera semplice i rischi posti in capo al professionista che non è in regola, in primis i risvolti in ambito di tutela assicurative. Va comunque sottolineato che a differenza dei professionisti sanitari già soggetti ad ECM prima della Legge 11 gennaio 2018 n.3, le restanti professioni – tra cui Chimici e Fisici – si sono trovate inserite nel primo triennio a metà dell’avvio dello stesso con un passaggio difficile tra il precedente regime di aggiornamento e l’attuale.

Credo pertanto meriti fare una differenziazione tra chi era già da tempo presente e chi si è inserito “in corsa” in un sistema ECM che non ha risposto con altrettanta velocità in termini di offerta formativa adeguata a tali professioni. È evidente che se non vi è offerta formativa, i professionisti continuano ad aggiornarsi ma non conseguono i crediti. Questo sicuramente merita una riflessione importante che auspico venga effettuata anche in seno alla CNFC».

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