Intervenuta al convegno Agenas dedicato alla formazione continua nel settore salute, la direttrice generale delle professioni sanitarie invita medici e operatori ad adempiere all’obbligo dell’aggiornamento: «È un principio strettamente legato alla professione»
Dovere e opportunità. È il binomio che più spesso, nel corso della due giorni dedicata alla formazione ECM organizzata dall’Agenas, è stato utilizzato per descrivere l’aggiornamento continuo dei professionisti sanitari. Ed è un’immagine su cui si è focalizzata anche Rossana Ugenti, direttore generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Servizio sanitario nazionale presso il ministero della Salute, che ai nostri microfoni ha posto poi l’accento sulla formazione continua dei nuovi professionisti sanitari. Di quelle figure, cioè, che la Legge Lorenzin ha fatto rientrare nella categoria delle professioni sanitarie, a iniziare da fisici, chimici e biologi: «Anche per queste professioni – ha detto la dottoressa Ugenti – la formazione avverrà sempre nell’ambito dell’educazione continua del settore salute, pur essendo consapevoli delle loro specificità».
LEGGI ANCHE: FORMAZIONE ECM, BOVENGA (COGEAPS): «NUMERI IN AUMENTO RISPETTO A TRIENNI PRECEDENTI. FAD SUPERERÀ LA RESIDENZIALE»
Dottoressa, la formazione continua è ormai un bagaglio acquisito per i medici, ma è uno scenario abbastanza nuovo, invece, per tutte le nuove professioni sanitarie.
«La formazione continua nel settore salute ha riguardato da sempre non solo i medici ma tutti i professionisti sanitari. Una platea che, con la Legge 3 del 2018, si è estesa e che ora comprende nuove professioni sanitarie. La Commissione nazionale per la formazione continua ha lavorato in questi mesi con i rappresentanti di questi professionisti per individuare degli obiettivi specifici che tengano conto delle specificità di questi ambiti lavorativi e che possano aiutarli a sviluppare ancora di più le loro conoscenze nel settore della salute. Una formazione che, quindi, consenta loro di stare al passo con i tempi e le nuove tecnologie, per affrontare le sfide del nostro sistema sanitario».
Tra l’altro anche per i medici in questi anni si è cercato di andare sempre più verso una formazione che sposi l’attività professionale.
«Senz’altro. Bisogna tener conto anche di questo e, nella logica della formazione continua, vedere quali sono le attività e le competenze su cui lavorare. È questo infatti l’obiettivo della rivalidazione, uno scenario di cui ci stiamo iniziando ad occupare e su cui sicuramente l’ECM si incamminerà».
Per concludere, lei ricordava ai professionisti che la formazione è un dovere professionale, ma anche un diritto e un’opportunità.
«Assolutamente. È un diritto e un dovere, ma è soprattutto un’opportunità e un principio della professione, quindi invitiamo tutti i medici e gli operatori sanitari ad adempiere a questo principio».