«È la competenza che qualifica la relazione con l’assistito e il contributo del professionista all’interno del sistema sanitario», sottolinea la presidente della Federazione degli Ordini delle professioni infermieristiche. «Quello che deve essere offerto adesso al cittadino nel nostro sistema salute è un percorso di presa in carico articolato, composito e che tiene conto dell’apporto e del contributo di tutti», aggiunge Mangiacavalli
La parola chiave è multidisciplinarietà. Intorno a questo concetto è ruotato l’intervento che la presidente della Federazione degli Ordini degli Infermieri Barbara Mangiacavalli ha svolto in occasione della prima giornata del Chimico e Fisico celebrata nella prestigiosa Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani il 7 giugno.
Del resto tutte le professioni sanitarie hanno ormai ben chiaro che l’approccio multiprofessionale sarà sempre più centrale nel futuro della sanità italiana e l’unità d’azione è fondamentale come accaduto lo scorso 23 febbraio al Teatro Argentina di Roma quando si sono riunite tutte le professioni sanitarie che hanno lanciato sei richieste per una sanità universalistica e uguale per tutti.
«La chiave del mio intervento è stato il concetto di ‘multidisciplinarietà’ – spiega Mangiacavalli a Sanità Informazione -. Credo che l’evoluzione del nostro Paese, dello stato sociale, delle condizioni epidemiologiche della nostra demografia debba necessariamente orientare noi professionisti sanitari a mettere a servizio del cittadino il nostro contributo non in una logica solitaria o monoconfessionale ma in una logica di equipe e di confronto di discipline diverse, di saperi e competenze diverse perché quello che deve essere offerto adesso al cittadino nel nostro sistema salute è un percorso di presa in carico articolato, composito e che tiene conto dell’apporto e del contributo di tutti. I bisogni del cittadino non possono più essere classificabili o catalogabili come un bisogno tipicamente sanitario a cui corrisponde una professione ma sono bisogno che accompagno lunghi pezzi di vita dei nostri cittadini quindi c’è bisogno di un intervento multiprofessionale».
Tra i compiti dell’Ordine c’è anche quello della formazione. Come si sta attrezzando la Fnopi in questo ambito?
«Gli Ordini non hanno ancora un sistema di certificazione delle competenze e di rivalidazione così come avviene in altri paesi europei però abbiamo il sistema della Formazione continua in medicina che ha bisogno di essere rivisitato dopo quasi 20 anni di attivazione ma che diventa un elemento importante perché gli Ordini hanno una funzione vigilante sul mantenimento delle competenze dei singoli professionisti perché è la competenza che qualifica la relazione con l’assistito e il contributo del professionista all’interno del sistema sanitario».