Lavoro e Professioni 11 Ottobre 2018 11:39

Formazione MMG, Noemi Lopes (Fimmg): «Medicina generale venga riconosciuta come specialità. Con nostra proposta si accelera accesso a professione»

Il Segretario del comparto Formazione della Fimmg condivide la formula “1 + 2” lanciata da Silvestro Scotti: «Con un anno in meno di corso si risparmierebbero soldi per aumentare le borse»

Formazione MMG, Noemi Lopes (Fimmg): «Medicina generale venga riconosciuta come specialità. Con nostra proposta si accelera accesso a professione»

La formazione dei Medici di medicina generale è stato uno dei grandi temi del 75esimo Congresso nazionale Fimmg. Il sindacato dei Medici di famiglia ha ottenuto un’importante vittoria con la decisione delle regioni di aumentare il numero di borse per il prossimo corso di formazione di 840 unità arrivando a un totale di 2.093 nuovi MMG, con test di accesso il prossimo 17 dicembre. Ma ora la sfida del futuro riguarda una inevitabile trasformazione del corso, la possibilità di renderlo una vera specializzazione e un cambiamento che permetta ai giovani aspiranti medici di arrivare alla professione con un percorso più snello e funzionale. Ne abbiamo parlato con il Segretario Fimmg Formazione Noemi Lopes che approva la proposta della formula “1 + 2” lanciata da Scotti su questo giornale: «È un’idea che ci permetterebbe di inserire la formazione MMG anche nel percorso universitario. È lungimirante perché mira a velocizzare il nostro ingresso nel mondo della Medicina generale e quindi del lavoro».

Dottoressa Lopes, uno dei temi esposti dal Segretario Scotti nella sua relazione al Congresso è stato anche quello di rivedere la formazione del Medico di Medicina generale. Proprio dalla nostra testata Scotti ha lanciato la proposta di ripensare i tre anni facendo una sorta di 1 + 2, cioè non diminuire la formazione perché comunque è importante mantenere un livello qualitativo alto, ma dare più opportunità facendo un primo anno tipo master magari senza borsa che però possa formare anche su altre specialità. Lei che è fresca di formazione come valuta questa proposta?

«Io la valuto molto positivamente. Innanzitutto bisogna dire che è una proposta che non nasce dal nulla ma viene prevista dalla legge. La normativa europea prevede che il corso duri tre anni ma che in presenza di un tirocinio riconosciuto presso delle strutture universitarie, qualora questo venga riconosciuto dalle regioni, la formazione possa essere ridotta di un certo periodo di tempo. Sicuramente non si va ad intaccare nessuna normativa europea. Dall’altro ci dà una doppia possibilità: da un lato quella di far conoscere la medicina generale in un tempo anticipato perché dando questa possibilità potremmo, per esempio, sfruttare la possibilità di inserirla anche durante il percorso universitario. Sfruttare questo periodo in maniera tale che poi i colleghi possano formarsi nella medicina generale. O ancora, in quell’anno di attesa dove sostanzialmente non si entra in nessuno dei due percorsi, quindi né quello di specializzazione né quello della formazione in Medicina generale, anziché rimanere un anno in attesa, chi volesse investire in questo tipo di formazione si troverebbe avvantaggiato in un percorso che comunque richiederebbe l’accesso tramite concorso. Quindi non sarebbe un percorso privilegiato che permetterebbe di saltare un anno o la selezione, ma sicuramente garantirebbe di recuperare tempo perché, visto che le borse di studio sono state aumentate, e questo è un grandissimo risultato raggiunto da Fimmg, c’è da dire che siamo sempre in ritardo sulla tabella di marcia, quindi dobbiamo agire accelerando l’accesso alla professione. Questa può essere una modalità. Tra l’altro quell’anno che si va a risparmiare potrebbe permettere di reinvestire questi fondi nella Medicina Generale aumentando il numero di borse. È soltanto una proposta, secondo me lungimirante perché mira a velocizzare il nostro ingresso nel mondo della Medicina generale e quindi del lavoro».

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Sull’altro piatto della bilancia della formazione c’è quello che sottolineava poco fa: questo diploma deve diventare una specializzazione. C’è anche una questione di equiparazione economica: per quanto sia stata di recente aumentata la borsa MMG ancora è molto lontana da quella della specializzazione…

«La borsa è aumentata grazie al nuovo ACN che ha concesso la possibilità di avere una preferenza nell’assegnazione degli incarichi di continuità assistenziale che da un lato ci aiuta nel percorso formativo perché permette appunto di uscire dal corso di formazione formati anche su quel percorso e in più di aumentare il compenso della borsa di studio. Per quel che riguarda la specializzazione è auspicabile appunto che la Medicina generale venga riconosciuta come specialità. Non è una medicina di serie B, ma è il pilastro del Sistema sanitario nazionale. Sicuramente come sempre noi tendiamo a valutare tutti gli aspetti, a fare in modo che qualora avvenisse questo passaggio si mettano tutte quelle tutele atte a garantire che chi ha scelto questo percorso venga tutelato senza che il titolo possa essere minacciato da equipollenze e da titoli accessori che in un certo senso poi fanno accedere da altre vie: questo non si deve permettere».

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