‘Fuocoammare‘ prende la nomination all’Oscar 2017 nella sezione documentari. Il film del 2016 diretto da Gianfranco Rosi, premiato nello stesso anno con l’Orso d’oro per il miglior film al Festival di Berlino, racconta di una Lampedusa vista dagli occhi di un dodicenne, Samuele, che gioca sulla terraferma circondata da quel mare che racconta le storie di migliaia di donne […]
‘Fuocoammare‘ prende la nomination all’Oscar 2017 nella sezione documentari. Il film del 2016 diretto da Gianfranco Rosi, premiato nello stesso anno con l’Orso d’oro per il miglior film al Festival di Berlino, racconta di una Lampedusa vista dagli occhi di un dodicenne, Samuele, che gioca sulla terraferma circondata da quel mare che racconta le storie di migliaia di donne e uomini che hanno tentato di attraversarlo.
«Dopo l’Orso d’oro per ‘Fuocoammare’ arriva anche la candidatura all’Oscar e questo per me è veramente un motivo di grande orgoglio – interviene, parlando con l’agenzia DIRE, il dottor Pietro Bartolo, uno dei protagonisti di ‘Fuocoammare’ – Sono davvero tanto entusiasta per diversi motivi, il primo perché il documentario tratta un tema che ci tocca personalmente come il tema delle migrazioni a Lampedusa». «Grazie alla nomination – prosegue il medico – mi sembra che il messaggio del documentario sia arrivato anche dall’altra parte del Mediterraneo, dove abbiamo visto di recente quali sono le tendenze da parte del Governo, per cui per è veramente una grande notizia. Spero che il film possa davvero scuotere gli animi e ci tengo a ringraziare il regista Gianfranco Rosi perché mi ha fatto un grandissimo regalo, avendomi dato la possibilità di mandare quel messaggio che da anni volevo mandare. E lui c’è riuscito».
Il messaggio fulcro del documentario è quello «di far capire che si tratta di gente che soffre – prosegue Bartolo – di gente che arriva in Europa per chiedere aiuto, di gente che noi abbiamo il dovere di accettare e aiutare».
Intanto procede a Lampedusa il lavoro dei medici sui migranti, prosegue infatti il progetto ‘Sanità di frontiera’, l’iniziativa umanitaria dell’Osservatorio Internazionale della Salute (OIS), nata con il sostegno di Consulcesi Onlus, che punta a rafforzare e omologare verso un livello d’eccellenza la formazione degli operatori sanitari sul tema della salute dei migranti. «Un progetto valido – spiega Bartolo – grazie al quale si sta cercando di formare i sanitari che si approcciano al fenomeno delle migrazioni nella maniera più corretta con competenza e puntualità».