Al congresso di Roma il Presidente Diego Piazza si concentra su due sfide: sistema universalistico e migliori opportunità per i giovani colleghi: «Già tante iniziative in campo, ma stiamo lavorando anche a nuovi accordi»
Sostenibilità, innovazione, contenzioso ed etica. Su questi temi si sono confrontati all’Auditorium Parco della Musica di Roma i chirurghi italiani. Il congresso congiunto delle 27 Società scientifiche del settore è diventata l’occasione anche per confrontarsi sul futuro della professione. L’appuntamento è stato fortemente voluto dai presidenti delle due società maggiormente rappresentative (Francesco Corcione della Sic e Diego Piazza per Acoi) è diventato il primo grande incontro congiunto della Chirurgia italiana con una forte attenzione riservata ai giovani. Uno sguardo proiettato alle future generazioni di chirurghi, vagliando le soluzioni da adottare per superare le principali avversità del momento.
Sanità Informazione ha fatto il punto della situazione con Diego Piazza, presidente dell’Associazione dei Chirurghi Ospedalieri Italiani (ACOI).
Presidente, quali sono le principali sfide da affrontare e vincere per la vostra categoria?
«È un momento complicato per tutti e lo è anche per il mondo chirurgico. Abbiamo affrontato il problema ancora più ampio della sostenibilità del nostro sistema sanitario universalistico. Acoi è impegnata in prima fila per mantenere in Italia un sistema universalistico che possa esaudire la richiesta di sanità per tutti i cittadini. È chiaro che si tratta di una sfida difficile perché dovremmo riuscire a combinare l’offerta con la domanda e sappiamo che in tempi di ristrettezze economiche bisognerà fare gli sforzi da parte di tutti per continuare a mantenere questo sistema sostenibile».
Questo appuntamento ha legato molto la sostenibilità all’innovazione. È questo il volano di crescita?
«Qualsiasi sistema, compreso quello sanitario, è una sala operatoria: non si evolve è destinato a morire. Quindi noi dobbiamo avere un’evoluzione calibrata alle risorse economiche. Non possiamo bloccare il progresso perché chi si ferma è perduto».
Sostenibilità ed innovazione nel futuro rappresentato dai giovani. Acoi è molto attenta ai chirurghi di domani. Ci sono iniziative messe in campo a tal proposito con tutele legali e aggiornamento ECM gratuito proprio per avviare i giovani alla professione. La vostra proposta?
«Una società che non guarda ai giovani non ha futuro. Noi abbiamo in questo momento 17 scuole Acoi di chirurgia. Abbiamo sempre sostenuto i giovani che hanno una quota associativa molto più bassa all’interno della nostra associazione, abbiamo un gruppo Giovani Acoi. Io ritengo che continueremo a fare tanto, anzi sempre di più, per i giovani chirurghi».
Il panorama che emerge, anche da questo congresso, è di giovani chirurghi costretti ad emigrare all’estero per cercare un lavoro stabile e adeguatamente retribuito. Chi resta in Italia, invece, ha notevoli difficoltà nel sostenere le spese per la formazione ECM obbligatoria e per la tutela legale. Qual è il vostro contributo e in che maniera pensate di intervenire per sostenerli.
«Noi badiamo a tutti gli aspetti dei giovani compresa la tutela legale. Stiamo lavorando per accordi che possano favorire una migliore tutela legale per chi si avvia a fare il medico».