In un video pubblicato su AIFI Channel tanti pazienti hanno scelto di raccontare il loro percorso di guarigione accanto al proprio fisioterapista
Sandro è un signore marchigiano colpito da Covid-19 che ce l’ha fatta a superare il terribile virus. Dopo quattro mesi di riabilitazione, grazie al lavoro di una intera squadra di fisioterapisti, è tornato a camminare. Questa è solo una delle storie raccontate nel video realizzato da AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti) in occasione della Giornata Mondiale della Fisioterapia che si svolge ogni anno l’8 settembre.
“Fisioterapia e la vita si rimette in movimento” è lo slogan scelto da AIFI: nel video tanti pazienti hanno scelto di raccontare il loro percorso di guarigione accanto al proprio fisioterapista. Dal dolore pelvico cronico all’incontinenza, dalla SMA al lipedema, dal dolore muscolo-scheletrico alle patologie neurologiche come esiti di traumi cranici, ictus, lesioni midollari, e ancora le malattie reumatiche o i disturbi cognitivi correlati al movimento: sono tante le malattie che richiedono un percorso fisioterapico di riabilitazione. Ma al fisioterapista si rivolgono anche sportivi che vogliono migliorare le loro performance, come racconta nel video la campionessa di body building Martina Bianchini che si è rivolta a un fisioterapista per migliorare la simmetria delle masse muscolari.
Avviata nel 1966 dalla allora World Confederation for Physical therapy (WCPT), la Giornata è cresciuta nei decenni in proposte, consapevolezza ed attenzione, diventando l’appuntamento di dialogo e confronto tra cittadini, sistemi sanitari e gli oltre 670mila fisioterapisti che operano nelle 122 nazioni che compongono la Confederazione mondiale della professione.
Quest’anno la giornata è dedicata al ruolo della fisioterapia nel Covid. Sul sito della Federazione internazionale della fisioterapia sono disponibili una serie di materiali sull’importanza dell’intervento fisioterapico nella fase acuta ma anche negli esiti del Covid.
«In Italia – spiega il vicepresidente AIFI Simone Cecchetto a Sanità Informazione – oltre a ribadire questo concetto abbiamo scelto di focalizzare l’attenzione su “fisioterapia e la vita si rimette in movimento”, sul ruolo che la fisioterapia può avere nell’aiutare le persone a ripartire dopo una problematica come il Covid o qualsiasi altra. Da un movimento che ancora non si è sviluppato, come nei bambini dove il fisioterapista insegna a muoversi partendo da zero a un movimento che si è alterato a seguito di un intervento chirurgico, un ictus, un infortunio sportivo. Ma interveniamo anche sul movimento che progressivamente decade con l’età o a causa di una malattia cronico-degenerativa. Vorremmo sentire la voce dei cittadini, dei pazienti che con noi camminano per piccoli o lunghi tratti di vita».
Per il rispetto delle norme Covid quest’anno le celebrazioni della Giornata mondiale si svolgeranno online. L’8 settembre è prevista una diretta Facebook alle 21 sul canale Aifi Channel dal titolo “Fisioterapia, la vita si rimette in movimento” a cui parteciperanno tra gli altri Antonio Gaudioso, Segretario Generale di Cittadinanzattiva, Vincenzo Falabella, Presidente FISH, Luca Genovese, Presidente Parent Project APS, Antonio Bortone, Presidente CONAPS, Alessandro Beux, Presidente Federazione Ordini TSRM e PSTRP, Piero Ferrante, Portavoce della Commissione Albo dei Fisioterapisti presso la Federazione degli Ordini. Verrà trasmesso anche il messaggio ai fisioterapisti italiani da parte dell’irlandese Esther-Mary D’Arcy, rappresentante europea della WP – World Physiotherapy.
Uno dei temi che verranno affrontati è anche quello della lotta all’abusivismo che è racchiuso nello slogan “le mani giuste”. «Lo slogan – continua Cecchetto – nasce alcuni anni fa per poter dire ai cittadini di affidarsi a fisioterapisti veri. Quest’anno per la prima volta riusciamo a celebrare la Giornata Mondiale della fisioterapia con le Commissioni d’Albo dei fisioterapisti. Si sta concretizzando il disegno aperto con la legge 3 del 2018 che è quello di dare ai cittadini un riferimento chiaro, che sono gli ordini TSRM e PSTRP e dentro di essi l’Albo dei fisioterapisti per sapere chi è fisioterapista e chi no. Lo slogan nasceva in un’epoca in cui ancora non era possibile con certezza dire chi è fisioterapista e chi no. Oggi possiamo dirlo grazie alla nascita degli Albi e delle Commissioni d’Albo che le governano e che si sono insediate a gennaio di quest’anno. Le Commissioni d’Albo garantiscono una tutela in primis dei cittadini affinché possano trovare nei loro percorsi che richiedono interventi fisioterapici professionisti veri, seri, preparati e con un percorso formativo alle spalle che sappia rispondere ai bisogni del cittadino».
Sul sito lemanigiuste.aifi.net una importante sezione è dedicata al “vero-falso”, una serie di domande e risposte per sfatare alcuni luoghi comuni che ancora resistono sulla fisioterapia e anche per capire meglio gli ambiti di applicazione. «Il luogo comune più diffuso – conclude Cecchetto – è che il fisioterapista faccia solo massaggi. In realtà la professione del fisioterapista ha tante armi nella cassetta degli attrezzi: innanzitutto la valutazione, perché valutare la complessità della persona tenendo conto di tutti gli aspetti, non solo biologici ma anche psicologici e sociali, è un processo molto complesso. Quindi identificare i bisogni di salute risolvibili attraverso la fisioterapia è il primo atto che ogni fisioterapista fa. Poi il primo grande strumento del fisioterapista è l’esercizio terapeutico, cioè una interazione pedagogica e programmata con il paziente per risolvere insieme a lui tutta una serie di problematiche. Poi le varie tecniche di terapia manuale su vari aspetti corporei: articolari, muscolari, linfatici, nervosi. A seguire le terapie fisiche, l’utilizzo delle energie fisiche per influenzare il nostro sistema corporeo, poi l’identificazione di ausili, dispositivi, ortesi, tecnologie, adattamenti ambientali e infine l’educazione terapeutica, cioè incontrare le domande del paziente e tentare di dare delle risposte per quanto nell’ambito di competenza e aiutarlo a modificare in parte gli stili di vita al fine di poter migliorare la sua salute e la sua qualità di vita. Cinque armi a disposizione insieme alla valutazione che è il primo passo».
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