Per la FNOMCeO non bastano i mille posti in meno a Medicina: con il corto circuito laurea-specializzazione- tagli Ssn restano fuori 2,5mila giovani medici all’anno. Protestano gli studenti
Mille posti in meno per Medicina e Chirurgia. Scendono da 10.083 a 9.146 i posti a bando per l’anno accademico 2015-16 per la laurea magistrale a ciclo unico. In percentuale si tratta di una riduzione del 9,3%. Si assottiglia sempre di più l’imbuto, ma per la FNOMCeO non è ancora abbastanza. Secondo la Federazione che racchiude gli Ordini dei Medici di tutta Italia c’è un rischio concreto: se non si ridurranno i posti al massimo a 7mila, entro pochi anni in Italia ci saranno 25mila medici disoccupati. A questo numero, già imponente, andrebbe poi aggiunta la variabile delle riammissioni legate ai ricorsi. Questo vale per l’accesso in Facoltà oltre che per le scuole di specializzazioni post laurea.
ASPIRANTI MEDICI IN SUBBUGLIO – La prova è prevista per l’8 settembre ed il bando dovrebbe essere pubblicato 60 giorni prima. Quindi si tratta veramente di una questione di giorni. L’attesa è ingannata dalle polemiche. Secondo LINK – Coordinamento Universitario si tratta di «una decisione totalmente arbitraria poiché manca ad oggi una seria previsione del fabbisogno di personale medico per i prossimi anni» mentre per l’UDU (Unione degli Universitari) «ancora una volta il ministero dimostrerà la sua incapacità nel gestire il caos».
I NUMERI DELL’ALLARME – Dal canto proprio la FNOMCeO insiste sulla necessità di una razionalizzazione, incrociando i dati tra laureati, numero dei contratti di formazione specialistica e reali necessità assistenziali: un corto circuito che produce oltre 2,5mila esuberi all’anno con il fenomeno, sempre, più dilagante, della fuga all’estero. Sono 10mila ogni anno gli immatricolati a Medicina, e questo solo secondo il numero programmato, perché altri 9mila posti sono stati, negli ultimi cinque anni, resi disponibili a seguito dei ricorsi degli esclusi. Dei 10mila immatricolati, l’85 per cento arriva alla laurea: 8mila e 500 medici l’anno, a fronte di 6mila/6mila e 500 posti nelle Scuole di specializzazione e nel corso di Formazione in medicina generale. Risultato: un esubero annuale di 2mila e 500 medici, destinato a crescere esponenzialmente. E sono sempre di più i giovani medici che richiedono il “good standing”, ovvero il certificato necessario per esercitare all’estero”.
LA POSIZIONE DELLA FNOMCeO – «È una questione di giustizia – commenta la presidente della Federazione degli Ordini dei Medici, Roberta Chersevani – proprio perché non è giusto negare il futuro ai nostri giovani, costringendoli a perdere anni del loro percorso formativo, professionale, di vita. Comprendiamo le problematiche legate alla situazione finanziaria. Ma un Paese che non investa sui giovani è un Paese senza speranza. Non è più il tempo delle attese e dei rinvii: con estrema urgenza occorre invece garantire quelle opportunità di formazione – adeguate agli standard europei – che sono necessarie ai professionisti per poter svolgere con competenza il proprio ruolo all’interno dei sistemi sanitari e che sono indispensabili per assicurare cure di qualità ai cittadini».
FRONTE MINISTERO – Al Miur intanto si prepara il bando per il concorso di settembre. Tra le novità di quest’anno, come aveva annunciato anche il ministro alla Pubblica Istruzione, Stefania Giannini, una rimodulazione dei 60 quiz che come l’anno scorso prevedono 5 risposte tra cui scegliere, di cui una sola corretta e con 100 minuti di tempo a disposizione per rispondere. Le prove di Medicina sono di contenuto identico sul territorio nazionale e vedono quest’anno un minor peso per i quiz di cultura generale – che qualche polemica hanno sollevato in passato – e per quelli di logica, resi comunque più agili e facili da leggere, in favore di quelli “clinici”. La suddivisione finale dovrebbe vedere nel dettaglio 2 (o al massimo 3) quiz di cultura generale (l’anno scorso erano 4), quelli di ragionamento logico dovrebbero scendere a 20 (da 23), biologia sale a 18 (da 15), chimica a 12 (da 10). I coordinamenti studenteschi chiedono però che fine abbiano fatto il tavolo di riforma del sistema di accesso all’università, i corsi di preparazione gratuiti organizzati dalle università e gli investimenti sull’orientamento promessi dal ministro Giannini e dal sottosegretario Faraone: «Non bastano gli slogan, ma alle parole devono seguire i fatti, per questo siamo pronti a mobilitarci in tutti gli atenei se non arriverà una smentita immediata da parte del ministro Giannini e non sarà convocato quanto prima un tavolo vero per la riforma del sistema d’accesso universitario».