Iscrizione già da studenti, sussidi di maternità da subito, aiuto con mutuo per prima casa e studio professionale e contributi gratis per i neo-abilitati sono alcuni dei vantaggi che Enpam offre ai giovani e futuri medici
Si dice che scegliere di fare il medico equivalga a “pensare al proprio futuro”. Una professione solida con molte possibilità di carriera, al servizio degli altri, che pretende in cambio lunghi anni di studio e pratica. Per chi investe in questo percorso si usa l’aggettivo “previdente”. Eppure non sempre i giovani medici conoscono i vantaggi della previdenza.
Garantirsi una copertura previdenziale e assistenziale dovrebbe tornare ad essere al centro dei pensieri di studenti e specializzandi, questo è stato l’insegnamento della pandemia. Prima di quel fatidico febbraio 2020 nessun medico in formazione avrebbe pensato di dover affrontare in ospedale le conseguenze di una pandemia. Esposti a rischi inattesi, chiamati a dare il proprio contributo contro un nemico invisibile che rischiava di mettere in ginocchio il Paese, e non solo.
Se allora pensarci prima è l’idea migliore, l’Ente nazionale di previdenza e assistenza medici (Enpam) è pronto a stare al fianco dei tanti futuri dottori sin da subito. Come?
Per gli studenti vicini alla laurea iscriversi all’Enpam è già possibile. Studenti del quinto e sesto anno di Medicina e Odontoiatria, in regola o fuori corso, possono infatti completare il procedimento di iscrizione. Facendolo è possibile ottenere una copertura previdenziale e assistenziale allo stesso modo di chi è già abilitato e cominciare ad accumulare un vantaggio sull’anzianità contributiva. Versare i contributi non è inoltre necessario da subito, si può scegliere di farlo anche dopo l’abilitazione rimanendo comunque iscritti e conservando i privilegi di appartenere alla cassa previdenziale.
A tutti gli studenti che fanno questa scelta, infatti, vengono garantite tutte le tutele previste dalla Quota A del Fondo di previdenza generale. Ovvero:
Oltre a non avere subito l’obbligo di versare i contributi, gli studenti versano inoltre la metà dell’importo annuale previsto per medici e odontoiatri abilitati con meno di 30 anni.
A proposito di abilitazione, non bisogna dimenticare che chi è diventato medico o dentista tra il 1 gennaio ed il 31 dicembre 2020 può evitare di pagare i contributi del 2021. Chi li avesse invece già pagati riceverà un rimborso dall’Enpam. Anche chi era già iscritto come studente ma si è iscritto all’Albo nel 2020 può usufruire di questa possibilità.
Per tutti coloro che si sono invece iscritti all’Albo prima del 2020 resta necessario un doppio requisito: aver avuto nel 2020 un calo di un terzo del fatturato e non aver superato nel 2019 i 50mila euro di reddito.
Diventare medico o dentista, specie all’inizio della propria carriera può essere difficile. Ottenere un mutuo per la casa o lo studio non è immediato e moltissimi agli inizi vivono situazioni precarie. Enpam si rivolge proprio a loro, quei giovani abilitati under 40 che desiderano comprare o ristrutturare la prima casa o lo studio professionale per avviare la propria attività.
In questo caso uno specializzando, con 20mila euro di reddito, con il mutuo Enpam può ottenere fino a 300mila euro per la prima casa e fino a 150mila per ristrutturarla. Allo stesso modo un libero professionista, con un reddito personale ancora basso, può arrivare fino a 300mila euro per comprare il proprio studio professionale. In seguito il mutuo Enpam potrà essere spostato ad una banca senza costi aggiuntivi se si trovassero condizioni più vantaggiose.
«Gli studenti che si iscrivono all’Enpam – dice il presidente Alberto Oliveti a Sanità Informazione – oggi possono contare su prestazioni assistenziali e previdenziali ancora prima di aver lavorato. La Fondazione per esempio è l’unico ente ad aver esteso alle studentesse le tutele per la maternità. Questa è una concretizzazione fondamentale del concetto di circolarità che abbiamo voluto introdurre e che stiamo sviluppando anche nella direzione della formazione professionale. In questo modo vogliamo aggiornare il concetto di patto con quello di scambio generazionale, con una visione più centrata sulle nuove esigenze della categoria».
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