Lavoro e Professioni 24 Marzo 2020 16:08

«I dati di Borrelli sono drogati, e non chiamateci eroi dopo aver reso miserabile la sanità». Lo sfogo (virale) di un medico sul web

L’intervista a Fabrizio Lucherini: «A troppe persone sintomatiche è stato rifiutato il tampone, il tasso di mortalità non può essere calcolato se il denominatore è sbagliato». Poi aggiunge: «Questa è una guerra che lascerà dietro di sé macerie 2.0. Servirà una Costituente per cambiare tante cose di questa Italia»

«I dati di Borrelli sono drogati, e non chiamateci eroi dopo aver reso miserabile la sanità». Lo sfogo (virale) di un medico sul web

In tempi di pandemia succede anche che uno stimatissimo medico romano in auto-isolamento registri un video in cui dà sfogo a tutta la rabbia che prova in questo momento e in poche ore diventi una star del web. Parliamo di Fabrizio Lucherini, radiologo, che dopo l’ennesimo bollettino delle 18.00 con cui il capo della protezione civile snocciola i numeri di contagiati, guariti e deceduti per Coronavirus, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un video, poi condiviso da centinaia di migliaia di persone, in cui, con un linguaggio a dir poco colorito, denuncia quanto questi dati siano lontani dalla realtà.

E lo fa raccontando la sua esperienza personale, che ha ripercorso al telefono con Sanità Informazione: «Vorrei precisare che generalmente non mi esprimo in quel modo – inizia – ma si arriva ad un punto in cui anche la persona più educata e tranquilla esplode. Io sono convinto di avere il Covid-19, ma non ne avrò mai la certezza perché non rientro nelle categorie a cui è riservato il tampone. Sono un medico, sono in costante contatto diretto con il paziente, faccio Tac, risonanze, ecografie, radiografie. E sono uno di quelli che non si ammala mai. Quando una decina di giorni fa ho iniziato ad avere una strana febbretta, una tosse antipatica, un malessere terribile, la perdita di gusto e olfatto e la congiuntivite, ho deciso di auto-isolarmi in una casetta di un amico, per tutelare la mia salute e soprattutto quella dei miei pazienti. I responsabili delle cliniche in cui lavoro mi hanno detto di restare a casa, ma di fatto non mi è stato possibile fare il tampone, perché i reagenti ed il personale necessario per analizzarli non sono sufficienti. Sanno che ne hanno pochi, e se li devono giocare con attenzione. Anche ad alcuni miei amici, che stavano molto peggio di me, hanno negato l’esame. Gli hanno detto di restare a casa e di richiamare solo in caso di difficoltà respiratorie importanti».

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«Quindi – continua il dottor Lucherini come un fiume in piena – tutte queste persone, che molto probabilmente dovrebbero rientrare tra quei numeri che Borrelli ogni sera ci elenca, non sono minimamente prese in considerazione. Numeri però che scatenano il terrore, perché io ho tanti amici e pazienti che mi chiamano spaventati, perché appena hanno un colpetto di tosse si vedono già con un tubo in gola. Conosco tante persone che forse sono state infettate e sono asintomatici o paucisintomatici e non rientrano nelle statistiche. Ecco perché dico che quei dati sono drogati».

Di fatto, è lo stesso Borrelli che questa mattina su Repubblica ha confermato che «è credibile il rapporto di un malato certificato ogni dieci non censiti». Allo stesso modo, il calo registrato in queste ore potrebbe essere legato al minor numero di tamponi che vengono eseguiti. E non hanno alcun senso le percentuali di mortalità del virus, se il denominatore su cui vengono calcolate, ovvero il numero di positivi, non è corretto: «Alcuni studi – continua Lucherini – hanno ipotizzato, facendo delle statistiche, che al momento siano almeno un milione le persone con il Covid-19. Quindi il tasso di mortalità sarebbe in linea con quello della Cina o della Corea del Sud. Ma questi calcoli saranno possibili quando, forse tra un anno, tramite le analisi del sangue scopriremo quante persone sono state infettate e non se ne sono nemmeno accorte, proprio come io ho recentemente scoperto di avere avuto la mononucleosi, di cui non ho alcuna memoria».

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«Poi ci sono alcuni miei colleghi del Policlinico di Roma, che sono asintomatici ma ufficialmente positivi che tuttavia continuano a lavorare, perché la legge oggi questo prevede. Ecco perché mi sento preso in giro quando vedo che ci chiamano angeli in camice bianco o eroi di questo secolo, come se fino a sei mesi fa non erano i medici a tirar le persone fuori dai guai. Eppure ci hanno tolto tutto. Sono 15 anni che la sanità e la figura professionale del medico sono state rese miserabili. Forse adesso una politica un po’ più attenta avrebbe non dico retto l’urto, ma quantomeno pensato a qualche accortezza in più. È impensabile che non ci siano le mascherine. Quelle che hanno dato in alcuni ospedali del Nord sono imbarazzanti, poco più che fazzoletti. È questo che mi manda in bestia, il pressappochismo italiano».

«Prima o poi questa guerra finirà – aggiunge Lucherini – e come tutte le guerre lascerà dietro di sé delle macerie. Macerie 2.0, sul piano economico e finanziario. E allora sarà necessaria una Costituente. Io, nel mio immenso ottimismo, vedo in questo virus un’opportunità. Quando questo tsunami sarà finito, che ha scoperchiato la bara e ha fatto uscire tutta la porcheria e i vermi che vi erano dentro, spero che avremo la possibilità di cambiare tante cose di questa Italia. Cose che fino ad oggi o non si vedevano o non si volevano vedere. Ma se non si cambierà qualcosa, dopo tutto quello che stiamo vivendo, ci sarà la rivoluzione. Un mio paziente, che ha evidenti problemi economici ulteriormente aggravati da tutto questo, l’altro giorno mi ha detto che se entro un mese le cose non si risolvono sarà costretto ad andare a rubare. “Dotto’, preferisco morire di Coronavirus che di fame”, mi ha detto. E spero che chi è al Governo se ne stia rendendo conto», conclude.

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