Lavoro e Professioni 1 Luglio 2021 17:09

I giovani non vogliono più far autopsie. Le ragioni della crisi della diagnostica necroscopica

Intervista al professore Mauro Bacci, Ordinario di Medicina Legale all’Università degli Studi di Perugia: «La pandemia da Covid-19 ha peggiorato la situazione»

Il Covid-19 sembra aver dato un colpo abbastanza duro alla pratica della diagnostica necroscopica, ovvero alle autopsie. Ad inizio pandemia, quando si sapeva poco o nulla del SARS-CoV-2, le autopsie furono bloccate perché non si sapeva se il cadavere potesse essere contagioso o meno. Con il tempo e con diverse ricerche si è poi capito che un organismo senza vita non può trasmettere il virus, e dunque si è ricominciato a studiare i corpi per capire il “percorso” della patologia per acquisire informazioni importanti per capire il modo in cui questa agisce.

Ma la pratica non se la passava bene neanche prima, stando a quanto sostiene il professore Mauro Bacci, Ordinario di Medicina Legale all’Università degli Studi di Perugia. Il professore ha preso parte ad un recente webinar organizzato dal provider ECM di Consulcesi Club dal titolo “La gestione integrata del rischio clinico e del contenzioso”.

Il declino della pratica negli ultimi anni

«La tecnica della diagnostica necroscopica è stata messa un po’ da parte negli ultimi anni – spiega il professor Bacci – perché la diagnostica nel vivente è migliorata sia dal punto di vista della qualità che della quantità. Per questo si è ritenuto che la pratica dell’indagine necroscopica fosse superata». In realtà, però, l’autopsia resta «la principale fonte di conoscenza che abbiamo», in quanto «nessun altro tipo di indagine è in grado di indagare a 360 gradi, in tutti i suoi aspetti, le reazioni patologiche ad una determinata condizione».

Questa “crisi” ha fatto venir meno anche la «consuetudine, in particolare da parte di chi era più versato a portare avanti questa attività». In sostanza, la centralità che ha acquisito lo studio sul corpo vivente ha messo in secondo piano lo studio sul corpo non vivente. E questo aspetto «ha portato le squadre anatomopatologiche ad abbandonare, forse anche per motivi di tempo, la pratica dell’autopsia». E se chi è un esperto in questa attività è il primo a praticarla di meno, è evidente che anche i più giovani, coloro i quali imparano da questi esperti, hanno meno possibilità di esperirla ed esplorarla.

I giovani non sono più attratti dalle autopsie

Il problema del minor ricorso alle autopsie «si è riversato anche nella formazione», in quanto «gli studenti si laureano sempre più spesso senza aver visto un corpo umano e senza aver mai toccato con mano le manifestazioni d’organo delle singole patologie. Questo è emerso in maniera più lampante proprio durante questa pandemia – spiega il professore –, visto che», in particolare nei primi mesi, «l’attività autoptica è stata disincentivata per il timore del contagio, che poi è stato dimostrato non esistente».

Insomma, le giovani leve della medicina «sono meno addestrati e abituati» alla pratica, e questo determina «una perdita di confidenza» con la stessa. «Il giovane studente che non ha fatto pratica autoptica sarà il clinico di domani che non richiederà un riscontro diagnostico quando un paziente morirà».

Ma capire le reali cause di un decesso è fondamentale: «In assenza di questo tipo di accertamento tutto resta avvolto da un grigiore che non rende chiari i singoli passaggi» che hanno portato alla morte. «Il colloquio del patologo con il clinico – conclude il professor Bacci – di fronte al cadavere ha proprio lo scopo di chiarire questi aspetti».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

 

Articoli correlati
Nasce il progetto PMLAb per i pazienti COVID-19 immunocompromessi
La gestione del paziente immunocompromesso con COVID-19 richiede una particolare attenzione, che si concretizza con le Profilassi Pre-Esposizione con anticorpi monoclonali. A questo scopo è nato il progetto Prevention Management LAboratory (PMLAb), presentato oggi a Roma
La Sanità è diventata un bene di lusso, cresce l’impoverimento delle famiglie
Secondo il 19° Rapporto del CREA Sanità "al Ssn servono 15 miliardi per non aumentare il distacco dal resto dell’UE, personale carente e sottopagato. Rispetto ai partner EU, il nostro Paese investe meno nella Sanità, aumenta la spesa privata ed è a rischio l’equità del sistema". Digitalizzazione necessaria per le “nuove cronicità"
Medici e cittadini contro la deriva del Ssn: manifestazioni il 15 giugno nelle piazze e sciopero in vista
Fermare la deriva verso cui sta andando il nostro Servizio sanitario nazionale, con liste di attesa lunghissime per accedere alle prestazioni, personale medico e infermieristico allo stremo, contratti non rinnovati e risorse insufficienti per far fronte all’invecchiamento progressivo della nostra popolazione e dunque della crescente richiesta di cure per malattie croniche. E’ l’appello che arriva […]
SSN, Camera approva mozioni. Quartini (M5S): «Investire almeno il 10% della spesa sanitaria in prevenzione»
Il capogruppo pentastellato in commissione Affari sociali boccia le politiche sulla sanità del governo Meloni: «Continua definanziamento, almeno 8% del PIL vada a spesa sanitaria». E contesta il numero chiuso a Medicina
Covid, alcune persone potrebbero aver perso l’olfatto per sempre? L’ipotesi allarmante in uno studio
La perdita dell'olfatto a causa di Covid-19 potrebbe durare a lungo o addirittura per sempre. Uno studio rivela che una persona su 20 non l'ha recuperato dopo 18 mesi
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...
Sanità

I migliori ospedali d’Italia? Sul podio Careggi, l’Aou Marche e l’Humanitas di Rozzano

A fotografare le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati nel 2023 è il Programma nazionale sititi di Agenas. Il nuovo report mostra un aumento dei  ricoveri programmati e diu...