Intervista al senatore Maurizio Romani, vicepresidente della Commissione Igiene e Sanità«Sì alla corretta informazione e comunicazione, ma sanzionare sarebbe un ricatto»
Dogmi e assolutismo fanno danni almeno quanto la disinformazione». Parola del senatore Maurizio Romani (Gruppo Misto – Italia dei Valori), vicepresidente della Commissione Igiene e Sanità, all’indomani del question time del ministro Lorenzin sul preoccupante calo delle vaccinazioni.
Sul tema è allarme rosso, soprattutto all’avvicinarsi della stagione influenzale, ma lo spauracchio delle sanzioni ai medici che ne sconsigliano l’uso rischia di rivelarsi un vero e proprio boomerang. Ce lo conferma, ai microfoni di Sanità informazione, il senatore Romani.
Un tema sulla bocca di tutti, e una disinformazione che può costare cara…
«Sicuramente, ma le sanzioni non sono una soluzione al problema. Il compito di una corretta informazione spetta al medico, ma il medico, se propone un vaccino, deve farlo per convinzione e non perché in caso contrario rischia una multa. Si tratterebbe di un messaggio perverso, nonché un vero e proprio ricatto. Quello che va spiegato è: perché fare i vaccini, perché farne sei insieme, perché iniziare a farli a 3 mesi e non più tardi, e che cosa vuol dire fare un richiamo a 5 mesi con 9 vaccini contemporaneamente. Va contrastata la convinzione che i figli degli extracomunitari contagino i bambini italiani nelle scuole: se un bambino è vaccinato non può essere contagiato. Se invece non lo è, sarebbe lui stesso veicolo di contagio, dando vita ad un circolo vizioso. E’ fondamentale attuare una giusta comunicazione, ed eliminare i dogmi sia di chi vuole vaccinare tutti indiscriminatamente, sia di chi sostiene correlazioni tra vaccini ed autismo».
Lei è anche medico e come tale è cosciente dell’importanza, per la classe medica, di essere formata ed informata nel migliore dei modi per gestire queste tematiche…
«Il medico agisce sempre per il bene del paziente. Un medico che dice “io aspetterei la fine dell’allattamento prima di vaccinare” non è un medico che ha perso di vista la sua missione, ma è un medico che compie una valutazione. Ci sono infatti vaccini obbligatori e vaccini facoltativi, e inoltre i protocolli vaccinali differiscono di regione in regione».