Lavoro e Professioni 1 Febbraio 2022 15:39

I primari in pensione al Governo: «Pronti a lavorare ancora, senza stipendio, per il SSN»

L’offerta, rimessa alla valutazione del Governo, arriva da un gruppo di primari in età pensionabile. I medici chiedono di restare operativi per altri due anni oltre l’attuale limite dei settanta rinunciando allo stipendio

I primari in pensione al Governo: «Pronti a lavorare ancora, senza stipendio, per il SSN»

«Noi primari in età pensionabile, offriamo due anni al SSN senza stipendio». È questa la generosa offerta di aiuto proposta da un gruppo di medici in tempo di pandemia.

La lettera dei primari al Governo

La lettera è stata pubblicata oggi nella rubrica Posta e risposta del quotidiano Repubblica ed è firmata da: Carlo Antona, dell’Università di Milano; Michele Battaglia, dell’Università di Bari; Nicola Mangialardi, dell’ospedale San Camillo di Roma; Francesco Musumeci, del San Camillo di Roma; Giancarlo Palasciano, dell’Università di Siena; Francesco Talarico, dell’ospedale Civico di Palermo.

«Restiamo operativi due anni oltre l’attuale limite dei settanta»

«Durante questa emergenza pandemica – scrivono con convinzione – il pensionamento di tanti medici, non sempre prontamente sostituiti da nuove indispensabili assunzioni, ha determinato crescenti difficoltà in tutti i settori della medicina, incluse le attività medico-chirurgiche specialistiche. In questa complessa congiuntura siamo numerosi – d’accordo con il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi – a offrire la nostra disponibilità, esperienza e competenza, rimanendo operativi al nostro posto per altri due anni oltre l’attuale limite dei settanta».

«Rinunciamo allo stipendio senza alcun aggravio per lo Stato»

«Ciò consentirebbe – aggiungono i primari – da una parte l’efficienza utile a fronteggiare l’attuale criticità e dall’altra a sostenere l’ingresso e a completare la formazione dei giovani medici». Chiedono al Governo di varare un provvedimento ad hoc, valido solo fino al 2025, quando l’Italia sarà uscita dall’emergenza Covid. Questo consentirebbe «di dare volontariamente il nostro aiuto sul fronte dell’emergenza sanitaria. Saremmo disposti a rinunciare allo stipendio – precisano – ricevendo solo la pensione maturata al settantesimo anno, quindi senza alcun aggravio per le casse dello Stato» sottolineano Antona, Battaglia, Mangialardi, Musumeci, Palasciano e Talarico. E concludono: «Questa è la nostra offerta d’aiuto: la rimettiamo alla valutazione del Governo».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
La Sanità è diventata un bene di lusso, cresce l’impoverimento delle famiglie
Secondo il 19° Rapporto del CREA Sanità "al Ssn servono 15 miliardi per non aumentare il distacco dal resto dell’UE, personale carente e sottopagato. Rispetto ai partner EU, il nostro Paese investe meno nella Sanità, aumenta la spesa privata ed è a rischio l’equità del sistema". Digitalizzazione necessaria per le “nuove cronicità"
Nel post pandemia raddoppiati i casi di «cecità funzionale» correlati ad ansia e disagio psicologico
Secondo un’analisi dell’Ospedale San Giuseppe di Milano, il problema, noto come «perdita visiva o cecità funzionale», ha subito un aumento significativo nel periodo successivo alla pandemia. L’ipotesi degli esperti è che il disturbo, essendo di natura psico-somatica, sia cresciuto a causa degli effetti della pandemia sul benessere psicologico della popolazione, soprattutto bambini e adolescenti
Dall’inizio della pandemia +25% della spesa per i servizi di salute mentale rivolti ai giovani
La spesa per i servizi di salute mentale per bambini e adolescenti è aumentata di oltre un quarto dall’inizio della pandemia. L’uso della telemedicina, invece, si è stabilizzato. Questo è quanto emerso da un nuovo studio pubblicato su JAMA Network Open
Covid: efficacia del vaccino sottovalutata, studio rivela «falla» in trial clinici
L'efficacia del vaccino anti-Covid potrebbe esser stata sottovalutata. A fare luce su una nuova «falla» è stato uno studio condotto da un team di scienziati del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e dell’Università di Salerno
Aviaria: nuova variante del virus più vicina all’uomo, timori per possibile pandemia
Un sottotipo del virus dell'influenza aviaria, endemico negli allevamenti di pollame in Cina, sta subendo cambiamenti mutazionali che potrebbero aumentare il rischio di trasmissione della malattia agli esseri umani. E' l'avvertimento lanciato da un gruppo di ricercatori cinesi e britannici in uno studio pubblicato sulla rivista Cell
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...