Lavoro e Professioni 21 Gennaio 2019 19:59

I sindacati della dirigenza medica e sanitaria sospendono lo sciopero ma mantengono lo stato di agitazione

Nel corso dell’incontro con l’intersindacale, il ministro della Salute Giulia Grillo ha mostrato l’emendamento che annulla la retroattività del comma 687 della Legge di Bilancio e si è impegnata a far convocare i sindacati dall’Aran. Sul tavolo, anche confronto per lo sblocco della RIA

I sindacati della dirigenza medica e sanitaria sospendono lo sciopero ma mantengono lo stato di agitazione

I sindacati della dirigenza medica e sanitaria hanno deciso di sospendere lo sciopero di 24 ore previsto per il prossimo 25 gennaio ma mantengono lo stato di agitazione. Da quanto si apprende, nel corso dell’incontro tra il ministro della Salute Giulia Grillo ed i rappresentanti dell’intersindacale, è stato mostrato l’emendamento che modifica il comma 687 della Legge di Bilancio. Come preannunciato ai sindacati dal capo di gabinetto della Funzione pubblica a margine del sit-in dello scorso giovedì, l’emendamento al Dl Semplificazione annulla la retroattività della disposizione. Non sarà necessario quindi modificare il contratto collettivo quadro firmato nel 2016 per procedere con il rinnovo del contratto della dirigenza 2016-2018, e la dirigenza amministrativa, professionale e tecnica del SSN rientrerà nei ruoli del personale del SSN dal triennio 2019-2021.

Il ministro Grillo si è poi impegnata a far convocare i sindacati dall’Aran per il proseguimento delle trattative, ma solo dopo che l’emendamento sarà tradotto in Legge e non prima, quindi, del 12 febbraio. «Alla luce dei risultati raggiunti – commenta il segretario nazionale di Fp Cgil Medici Andrea Filippi – sospendiamo lo sciopero per non gravare sui cittadini e sui lavoratori, ma manteniamo lo stato di agitazione con assemblee in tutti i luoghi di lavoro perché dobbiamo avere certezza che gli impegni siano rispettati. Poi, quando incontreremo l’Aran, vedremo se ci sono le condizioni per procedere ad un calendario serrato di date per chiudere il contratto. Non dimentichiamo – conclude Filippi – che il problema vero su cui il governo deve intervenire è quello delle carenze di personale che stanno piegando il Servizio sanitario nazionale». E l’accordo raggiunto a Lungotevere Ripa prevede infatti anche la revisione del parametro di spesa per il personale della aziende del SSN, fissato all’1,4% dal 2004, ed il recupero dei contratti di formazione non assegnati.

Nodo centrale delle trattative per il rinnovo del contratto, poi, rimane la RIA (Retribuzione Individuale di Anzianità), ma la Grillo si è impegnata a dar vita ad un tavolo tecnico con il ministero dell’Economia e e la Funzione Pubblica per arrivare ad un suo sblocco e alimentare quindi il salario accessorio. «Abbiamo fatto capire – dichiara Guido Quici, presidente della CIMO – che lo sblocco della RIA è fondamentale, altrimenti i fondi nei prossimi anni si azzereranno e i medici, che stanno già scappando all’estero o nelle strutture private o approfittando della quota 100, lasceranno il deserto negli ospedali. Personalmente – conclude Quici – ho poi chiesto al Ministro di valutare la possibilità di spostare i nostri contratti dalla funzione pubblica al ministero della Salute, sottolineando che il ministero della Salute deve valorizzare i professionisti che vi lavorano: se non li difende il ministero, chi li deve difendere?».

«Abbiamo apprezzato molto l’impegno del ministro Grillo che ci ha rassicurati su diversi aspetti – aggiunge Carlo Palermo, segretario nazionale dell’Anaao-Assomed -. Chiediamo poi che la RIA, già nella stipendio dei medici, sia trasferita sui fondi accessori per pagare gli straordinari, le notti, i festivi. Su questo aspetto c’è l’impegno del Ministro per affrontare la questione a tutto tondo, dare risorse fondamentali e rendere attrattiva questa professione che attraversa un periodo di crisi».

Anche il ministro Giulia Grillo si dice soddisfatta dell’incontro: «I medici hanno capito che il ministro della Salute è il loro primo alleato. L’interesse comune è tenere in piedi il SSN, riassegnando alla sanità pubblica una centralità e una dignità che negli anni è venuta progressivamente meno. Il dialogo con le parti sindacali è per me prioritario, dobbiamo trovare soluzioni praticabili perché chi lavora nella sanità pubblica sia giustamente e finalmente valorizzato, e su questo il mio impegno è massimo. È chiaro che non possiamo fare tutto in una legge di Bilancio, ma  lo sforzo per tenere in piedi la sanità è grandissimo. Ora abbiamo il nuovo Patto per la Salute, dove affronteremo alcune delle tematiche come quella della riforma post laurea dei medici, che una volta abilitati possano entrare nel mondo del lavoro e formarsi lavorando. Senza una visione di futuro – conclude il Ministro – e senza correttivi al sistema della formazione medica, il nostro servizio sanitario non può reggere a lungo».

 

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