L’ex viceministro dell’Economia:«Erogare meno servizi significa spendere molto più di quanto preventivato»
La Legge di Stabilità appena approvata continua a ricevere critiche da parte di Regioni e sindacati sul capitolo sanità: i tagli sono troppi, si rischia il collasso del Ssn e per il 2017 si prevedono altre inevitabili sforbiciate. I rappresentanti dei medici chiedono di essere ascoltati dal governo e minacciano nuovi scioperi.
L’onorevole Stefano Fassina, fuoriuscito dal Partito Democratico proprio perché in contrasto con le politiche portate avanti dal governo Renzi, ha seguito i medici in piazza.
«Siamo in una situazione davvero grave. La spesa pubblica relativa al settore sanitario viene tagliata ogni anno da ogni singola Legge di stabilità. Non è tollerabile. Bisognerebbe operare in direzione opposta, ovvero assumendo. Il rischio è quello che in Italia la sanità diventi un privilegio di censo: chi può, si rivolge al privato; chi non può, si rassegna ad entrare in quelle liste d’attesa che durano anni oppure rinuncia del tutto alle cure sanitarie. Oramai sono oltre 10 i milioni di cittadini italiani che non possono permettersi di andare dal privato e perdono l’accesso all’assistenza sanitaria fondamentale. È dunque necessario mandare al governo un messaggio chiaro, di allarme. Anche attraverso una forma di protesta molto dura, la più dura possibile per chi lavora e che, evidentemente e inevitabilmente, ha conseguenze negative anche sui cittadini, ovvero lo sciopero».
Una delle problematiche più stringenti di questi giorni è quella relativa agli orari di lavoro. Nonostante l’entrata in vigore della legge che accoglie le direttive europee sul tema, i camici bianchi continuano ad effettuare turni massacranti, dopo averlo fatto per tanti anni spinti soltanto dal senso di responsabilità. È una questione che va risolta per non scoprire il fianco dello stato a migliaia di ricorsi che chiedono un risarcimento per il pregresso, senza contare che se non riusciamo a far applicare una normativa europea, l’Italia rischia di dover pagare nuove sanzioni. Per questi motivi, in una sanità dove non ci sono risorse e si continua a tagliare, il rischio è di perdere altre, fondamentali risorse.
«Purtroppo qui entriamo nella logica di questa legge di Stabilità, che è una logica elettorale perché non guarda al futuro, ma solo ai prossimi mesi. Nel testo ci sono tante misure spot che servono a sostenere il PD e i partiti di maggioranza alle prossime elezioni amministrative. Non si guarda, insomma, alle conseguenze che ci saranno a fine 2016 o negli anni successivi. Sono iniziative che servono ad arrivare alle elezioni con gli effetti che lei ricordava, per cui percorrere un certo tipo di strada può avere l’effetto esattamente opposto a quello che ci si prefiggeva. Alla fine di tutto, insomma, oltre a non erogare i servizi necessari, si rischia di pagare addirittura di più di quel che si era preventivato. È una politica assolutamente controproducente».