La SIRU ricorda la nascita di Luise Brown, la prima bambina nata da fecondazione assistita per opera del Prof. Robert Edwards, insignito nel 2010 con il premio Nobel per la Medicina
Definizione di un percorso di formazione specialistica con riconoscimento unico e specifico della figura dell’Embriologo Clinico. È quanto chiede la Società Italiana di Riproduzione Umana che nella giornata mondiale dedicata agli Embriologi, ricorda uno storico evento: la nascita di Luise Brown, la prima bambina nata da fecondazione assistita per opera del Prof. Robert Edwards, insignito nel 2010 con il premio Nobel per la Medicina. Individuare l’iter formativo, il riconoscimento formale e l’inquadramento professionale dell’Embriologo Clinico è stato uno degli obiettivi strategici della Società Italiana della Riproduzione Umana (SIRU).
«Fino ad oggi i biologi-embriologi clinici italiani hanno svolto il loro lavoro senza alcun titolo specifico – commenta Antonino Guglielmino, Presidente SIRU – nonostante l’alta specialità, competenza e responsabilità che tale attività richiede per la conduzione e la gestione del laboratorio di un centro che si occupa di Riproduzione Medicalmente Assistita».
Fondamentale l’alleanza con altre società. La SIRU in questi anni ha interloquito con diversi livelli istituzionali, da quello parlamentare, al governativo e con le altre realtà associative del settore. Una collaborazione particolarmente intensa è stata sviluppata in particolare con l’Ordine Nazionale dei Biologi e con l’ENPAB (l’Ente Nazionale Previdenza Assistenza Biologi), con il quale oggi condividiamo la decisione della SIGU (Società Italiana di Genetica Umana) di sostenere la necessità di modificare il piano formativo delle Scuole di Specializzazione in Genetica Medica includendo le attività didattiche per l’acquisizione delle competenze specifiche sufficienti al riconoscimento delle attività di Embriologo Clinico.
L’impegno della SIRU di questi anni ha portato i suoi primi frutti. «Ci auguriamo che tutte le scuole di specializzazione di Genetica Medica italiane possano attivarsi aumentando anche il numero dei posti a disposizione dei biologi. Così come andrebbe riconosciuta la competenza e l’esperienza già acquisita sul campo», commenta Guglielmino.
I biologi della SIRU insieme a tutti i biologi che giornalmente operano nell’ambito della medicina e biologia della riproduzione, pur apprezzando l’attuale passo avanti, con l’inserimento di un allargamento curriculare sul fronte embriologico della specializzazione in genetica, non perdono di vista che l’obiettivo finale continua ad essere la definizione di un percorso di formazione specialistica con riconoscimento unico e specifico della figura dell’Embriologo Clinico.
Per questo, la SIRU continuerà la sua interlocuzione con i livelli istituzionalmente competenti europei, nazionali e regionali per il riconoscimento della figura, anche a livelli apicali, all’interno di una visione della riproduzione medicalmente assistita integrata, multidisciplinare e di gruppo.
Sempre in relazione agli obiettivi individuati che sono tra le priorità della SIRU, al prossimo congresso nazionale previsto a Napoli il 13-16 ottobre, si prevede all’apertura un confronto tra i rappresentanti delle Istituzioni nazionali e gli operatori del settore sulla formazione, il riconoscimento e l’inquadramento dell’embriologo clinico in Italia.
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