Il direttore Generale dell’ASReM: «Mancano medici specialisti, ma non c’è carenza di infermieri e Oss». Il Consiglio regionale ha approvato una mozione per invio di medici militari nei Ps
Turni di 12 ore, lavoro straordinario, contratti libero-professionali, appalti attraverso cooperative. L’Azienda Sanitaria regionale del Molise (ASReM) è arrivata fino in Venezuela per reclutare il personale medico necessario non solo alla gestione della pandemia, ma anche a garantire l’assistenza sanitaria ordinaria. Indire concorsi pubblici, infatti, finora è servito a poco o nulla.
«Il Sistema Sanitario del Molise soffre di una forte carenza di medici specialisti – spiega il direttore generale dell’ASReM, l’avvocato Oreste Florenzano, cui competono poteri di gestione, e rappresentanza legale -. Anestesia, pediatria e neonatologia sono le specialità più sofferenti, in Molise come nel resto d’Italia. Nel nostro territorio le conseguenze sono peggiori che altrove poiché, come in Calabria, il Molise è in Piano di Rientro e ancora paga le conseguenze di un blocco decennale del turn-over».
Ma una buona notizia c’è: «Mancano medici specialisti, ma non operatori e professionisti sanitari: di recente abbiamo assunto 200 infermieri e 150 Oss a tempo determinato. Già avviate pure le procedure per la stabilizzazione contrattuale», assicura il direttore generale.
L’avvocato Florenzano ha preso le redini dell’ASReM nel 2020: «Dal mio insediamento ad oggi, non solo sono stati indetti numerosi concorsi per medici specialisti, ma anche per primari. Siamo convinti che assicurare la presenza stabile di un dirigente di struttura complessa competente possa incentivare le nuove leve a scegliere di lavorarvi fianco a fianco per migliorare il proprio bagaglio di esperienza professionale».
Di recente, queste stesse tematiche sono state al centro di un incontro tenutosi ad Arezzo con Federsanità e Fiaso. «Chi opera in aree interne, come quella molisana, ha sottolineato quanto sia difficoltoso reclutare gli specialisti necessari a soddisfare le richieste di salute dei cittadini. Se queste zone d’Italia sono poco ambite – aggiunge Florenzano -, allora bisognerebbe renderle più attrattive, attraverso degli incentivi salariali o dei benefit individuali, come gli alloggi gratuiti».
Intanto, in attesa di nuovi concorsi, tutti in ASReM, dalla direzione ai professionisti sanitari e non, si sono rimboccati le maniche per sopperire alle carenze. «Siamo riusciti ad affrontare le gravi criticità, comprese quelle scaturite dalla pandemia, grazie all’abnegazione di tutti i nostri dipendenti, che hanno accettato il lavoro straordinario e turnazioni di 12 ore. Poi, per la ripresa delle attività ordinarie è stato siglato un accordo con l’Associazione dei medici venezuelani, acquisendo prestazioni libero-professionali con almeno 20 specialisti provenienti dal Venezuela».
«Ovviamente – dice l’avvocato -, non senza difficoltà: è stato un lavoro complesso sia per il riconoscimento dei titoli accademici, sia per la necessità di un constante tutoraggio da parte del nostro personale. Oltre a ripetere, ossessivamente, tutte le procedure concorsuali, sia per contratti a tempo indeterminato che determinato, abbiamo utilizzato pure la norma che consente di stipulare contratti libero professionali in periodo di pandemia. Per sopperire alla carenza di pediatri, invece, in mancanza di altre alternative valide, abbiano dovuto appaltare una cooperativa. È stata una scelta senz’altro dolorosa, ma è stata l’unica strada che ci ha consentito di evitare l’accorpamento della specialità pediatrica in un unico hub ospedaliero per l’intera Regione. Una decisione che, probabilmente – aggiunge Florenzano -, se la situazione non dovesse migliorare, potremmo essere costretti a prendere in un futuro non troppo lontano».
La carenza di personale è un problema con cui l’ASReM si trova a fare i conti ogni giorno, da molto tempo. E per affrontarlo al meglio bisognerebbe “estirpare” la radice: «Da un lato, il numero chiuso per l’accesso alla facoltà di Medicina e Chirurgia ha centellinato la formazione di nuovi medici, dall’altro il blocco del turn-over non ha permesso l’adeguamento del personale per molti anni».
Intanto, proprio in questi giorni, sulla carenza del personale medico è intervenuto anche il Consiglio regionale del Molise, approvando una mozione che prevede la possibilità di inviare medici militari nei Ps da estendere se necessario a tutti gli ospedali della regione. Il governatore dovrà anche rivolgersi alla Presidenza della Repubblica, per reperire ulteriore personale sanitario in forza alla Croce Rossa Italiana.
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