Lavoro e Professioni 15 Aprile 2014 15:40

Il paradosso degli infermieri: tanti disoccupati nonostante le carenze d’organico

Rocco (presidente IPASVI Roma) pone l'accento sulla questione, sottolineando il ruolo della categoria nel processo assistenziale
Il paradosso degli infermieri: tanti disoccupati nonostante le carenze d’organico

L’attuale situazione e le prospettive future della sanità italiana dal punto di vista della categoria professionale infermieristica:  istanze e problematiche ancora irrisolte che necessitano di attenzione da parte delle istituzioni. Una questione affrontata dal presidente di IPASVI Roma, Gennaro Rocco, nel corso degli Stati Generali della Salute e che abbiamo approfondito in questa intervista.

Per il presidente Rocco, una sanità proiettata verso il futuro “deve pensare innanzitutto ai bisogni dei cittadini, che cambiano in relazione all’andamento sociodemografico: in Italia c’è un’aspettativa di vita elevatissima unita quindi ad un invecchiamento generale della popolazione. Gli infermieri sono per definizione i professionisti che si fanno carico del processo assistenziale, fondamentale in caso di cronicità e di multipatologie. Agli ospedali  – continua Rocco – si ricorre ormai per brevissimi periodi, per gestire in maniera competente l’acuzie e dare una risposta terapeutica immediata. Quando il paziente e la sua famiglia tornano a casa c’è poi bisogno di un supporto adeguato e di altissime professionalità: qui entra in gioco la competenza della nostra categoria. Ogni anno decine di migliaia di infermieri frequentano master clinici, questo dimostra motivazione e voglia di combattere le nostre sfide”.

Parlando delle principali problematiche relative alla categoria, Rocco osserva: “gli infermieri in Italia sono assolutamente sottodimensionati, sia rispetto alla media dei Paesi Ocse, sia rispetto al fabbisogno nazionale.  Molto spesso sono costretti ad assumere funzioni e mansioni estranee alle competenze per cui sono formati, come la sostituzione di competenze mediche; ciò è assolutamente incompatibile con i reali bisogni dei pazienti. Senza investimenti concreti  – aggiunge il presidente IPASVI – in futuro rischiamo di dover importare dall’estero la maggior parte di questi professionisti; il paradosso è che, nonostante il sottodimensionamento, un gran numero di infermieri in Italia è disoccupato. Alla politica chiediamo di affrontare questo problema, non tanto per la nostra categoria professionale, quanto soprattutto per i cittadini bisognosi di assistenza”.

Le professioni sanitarie spesso possono essere aiutate dalle nuove tecnologie, quali ad esempio le App mediche: un settore in evoluzione ma  – come concorda Gennaro Rocco  –  da monitorare con attenzione: “la health technology, le tecnologie informatiche e la teleassistenza appartengono anche al nostro mondo. C’è però una consapevolezza: niente può e deve sostituire il rapporto umano, la relazione, la comunicazione, l’educazione terapeutica e alla salute.  Lo sanno bene gli infermieri perché si fanno carico dei pazienti anche da un punto di vista umano e psicologico, oltre che tecnico”.

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