Si pensa anche ad incentivi per spingere i professionisti ad adeguarsi alla legge
Il Governo sta pensando di dare più incisività alla legge “spuntata” sull’obbligo di Pos. Dal primo luglio scorso tutti i professionisti – compresi i medici – avrebbero dovuto adeguarsi, dotandosi delle strumentazioni necessarie, per accettare pagamenti con bancomat e carte di credito per importi superiori ai 30 euro.
La legge 15 del 27 febbraio, arrivata dopo una lunga gestazione ed introdotta tra le critiche, ha faticato, però, ad imporsi anche perché non prevedeva sanzioni. Ma presto le cose potrebbero cambiare. Proprio nei giorni scorsi, in commissione Finanze a Montecitorio, il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti ha detto che si potrebbe giungere “all’introduzione di sanzioni o interdizioni in caso di inadempienza”.
Il provvedimento, secondo indiscrezioni, potrebbe finire subito nella legge di Stabilità 2015 (ora alla Camera), prevedendo insieme a sanzioni e interdizioni anche metodi di defiscalizzazione. “Ogni valutazione – ha precisato Zanetti – è comunque subordinata al reperimento di una adeguata copertura finanziaria”. Sempre il sottosegretario all’Economia ha messo in evidenza che i pagamenti elettronici permettono di ridurre i costi legati all’utilizzo del denaro contante. Un risparmio che si aggirerebbe intorno all’1-1,5% dell’entità delle transazioni. “La crescita del numero di transazioni che ci si attende come risultato dell’entrata in vigore del decreto – ha concluso – consentirà lo sviluppo di economie di scala e l’intensificazione delle pressioni concorrenziali in grado di ridurre ulteriormente i costi”.
Un motivo in più per dare un’accelerata alla legge, e – detto francamente – per far uscire il Governo dal cul de sac in cui è finito. Non sarà un percorso senza ostacoli: le associazioni di categoria fanno leva sulla crisi e sui costi, nonostante sia stato dimostrato che attraverso le nuove tecnologie – ed in particolare le App – si possano contenere le spese. Il vero obbligo (più che di Pos…) ora è muoversi con i piedi di piombo, ma non troppo. L’Italia ha infatti già perso terreno dal resto d’Europa dove la circolazione della moneta elettronica è prassi ormai consolidata. Al Governo il compito di trovare una soluzione, percorrendo, a doppio senso alternato, la strada delle sanzioni e quella degli incentivi: evitando salassi ai professionisti, garantendo tracciabilità e trasparenza fiscale.