E su Ebola scatta la denuncia: “Noi in prima linea senza protezioni”
Non bastava il blocco dei contratti e quello del turn over: la scarsa attenzione delle istituzioni nei confronti della professione infermieristica trova la sua punta dell’iceberg nella gestione dell’emergenza Ebola.
Essere in prima linea non deve e non può tradursi nell’essere lasciati allo sbaraglio. Di questo ed altro abbiamo parlato con Andrea Bottega, segretario nazionale Nursind, che ieri a Montecitorio, insieme a migliaia di suoi colleghi, ha portato in piazza le istanze della categoria.
Cosa chiedono gli infermieri qui a Montecitorio?
Chiedono che il lavoro diventi una priorità per il governo, e l’apertura di un tavolo contrattuale dove si possa discutere concretamente dello sblocco dei contratti. Il lavoro non è semplicemente un costo, è un valore, e se lo riconosciamo come tale possiamo cambiare il mondo della sanità e agire anche sulle disparità che la Corte dei Conti ha rilevato tra le Regioni. Noi infermieri diamo tanto al sistema e meritiamo ascolto, per trovare un giusto equilibrio tra innovazione e remunerazione.
Il governo Renzi pensa ai tagli ma gli infermieri restano l’avamposto del mondo sanitario…
Siamo i primi ad assistere gli infortunati, i primi ad accogliere chi arriva negli ospedali, e spesso anche gli ultimi a salutare chi ci lascia. Va da sé che siamo i più coinvolti anche nelle malattie: i nostri colleghi spagnoli e americani – anche questi ultimi con uno sciopero – stanno portando all’attenzione dell’opinione pubblica il caso Ebola, emblematico: viviamo a contatto con chi ha bisogno, e nello stesso tempo rischiamo di subirne le conseguenze. E’ per questo che, oltre ad un adeguato contratto, chiediamo sicurezza sul lavoro.
Anche negli Stati Uniti gli infermieri sono in sciopero, per ribellarsi alla mancanza di protezione e di formazione nella gestione dell’emergenza Ebola. Il coordinatore Nursind per la Sicilia, Osvaldo Barba, fa eco alle parole di Bottega e approfondisce la questione: “Più che in prima linea siamo allo sbaraglio: mancanza di linee guida, mancanza di dispositivi di protezione individuale, mancanza delle informazioni di base su come affrontare questa criticità. Non possiamo più essere lasciati allo scoperto”.
Continua Bottega: “Siamo soliti dire che gli infermieri erogano salute a scapito della propria; per le istituzioni, invece, la nostra è una professione ‘non usurante’. Gli stipendi intanto sono al palo dal 2010 e, con questa legge di stabilità, la prospettiva è che nulla si muova per almeno un altro anno. Chiediamo semplicemente che il nostro valore professionale venga riconosciuto”.