Per seguire i progressi della medicina i camici bianchi devono formarsi: questo il monito di Tiziano Tedeschi (membro commissione nazionale ECM): «Progresso e aggiornamento di pari passo. Bene i premi per i virtuosi»
Il continuo miglioramento delle tecniche medico-chirurgiche, l’evoluzione delle strumentazioni, prodotti medicali e apparecchiature all’avanguardia, segnano un progresso ininterrotto nel campo sanitario che porta vantaggi non solo agli operatori ma anche ai pazienti. Per stare al passo con il progresso è essenziale la formazione da parte del medico perché non rimanga indietro con l’innovazione. «La professione medica si è dovuta evolvere insieme alla tecnologia», interviene Tiziano Tedeschi, medico radiologo membro della Commissione Nazionale Formazione Continua che sottolinea con convinzione l’importanza dell’aggiornamento per la categoria dei camici bianchi, portando esempi concreti collegati allo sviluppo delle nuove tecnologie: nell’ambito del “Forum dell’Innovazione per la Salute” di Milano ha infatti presentato una ricostruzione in stampa 3D di un esame radiologico. Un risultato di notevole importanza perché consente di superare la vecchia “visione bidimensionale”, migliorando dunque la qualità dell’intervento.
«Innovazione e medicina vanno di pari passo – prosegue Tedeschi – la nostra professione io la definisco ‘work in progress’, perché dobbiamo adattarci in modo continuo e costante alle nuove scoperte e non tralasciare niente perché anche il minimo dettaglio è indispensabile per la nostra professione». «Proprio per questa ragione ci tengo a fare un invito a tutti i colleghi – prosegue – voglio incoraggiarli a proseguire la formazione e completare sempre il proprio percorso ECM». Tedeschi fa riferimento alla propria specializzazione medica, la radiologia, quella branca della medicina che maggiormente rispetto alle altre categorie, deve avvalersi del supporto di apparecchiature tecnologiche: «Un settore strettamente legato alle strumentazioni. Il progresso migliora le macchine e di conseguenza l’uomo deve riuscire a seguire i cambiamenti per adoperarli poi nel proprio mestiere. Ecco il radiologo è proprio l’esempio più calzante, la nostra specificità è proprio quella di lavorare insieme alle apparecchiature, dunque dobbiamo studiarne gli sviluppi».
«Per quanto riguarda il discorso sanzionatorio – ci tiene a specificare Tedeschi – io lo trasformerei più che altro in un concetto premiante. Noi che oltre ad essere medici, ci occupiamo specificatamente di formazione, dobbiamo essere più propositivi e sostituire al concetto sanzionatorio l’aspetto premiante per chi completa la propria formazione». Ed è in effetti proprio questa la direzione che sta assumendo l’ECM, come confermato nel corso del convegno nazionale del Consorzio Cogeaps (gestisce i crediti formativi delle 30 professioni sanitarie) a poche settimane dalla ravvicinata scadenza del 31 dicembre del triennio 2014.-2016. Nell’occasione dal tavolo di confronto tra i principali stakeholder del settore sono stati annunciati bonus per gli operatori sanitari più virtuosi. Nella stessa occasione è stato anche ribadito che sono previste (in base alla legge 148/2011) sanzioni disciplinari, demandate agli Ordini, per chi non è in regola. Inoltre è stato ricordato che la certificazione ECM resta un requisito fondamentale per scatti contributivi e opportunità di carriera.
Nell’ottica dell’importanza della formazione medica, Tedeschi aggiunge: «Vorrei inoltre fare un piccolo accenno a quello che è uno sviluppo particolare dell’Educazione continua in Medicina, il dossier formativo che sta prendendo piede proprio in previsione del prossimo triennio formativo 2017-2019». Il dossier che finora è rimasto in via di sperimentazione, rappresenta uno strumento a disposizione del professionista e del Sistema Sanitario, per una pianificazione del percorso che risponda sia alle esigenze del singolo in termini di aggiornamento professionale, che a quelle derivanti dai Piani Sanitari Nazionali, Regionali e dell’Organizzazione nella quale presta la propria opera lo stesso professionista.
«Attraverso la costruzione di un dossier formativo, il professionista definisce quello che è il suo progetto d’informazione di tre anni – ci tiene a precisare Tedeschi -. Io lavoro in radiologia tradizionale, di conseguenza, avrò un mio progetto di formazione che sarà diverso dal percorso di un collega che lavora in altro campo. Io posso diventare un formatore di me stesso e finalizzo il mio aggiornamento al completamento di tutti quei corsi che mi portano a rendere più specifica e completa la mia formazione».