La presidente FNOPI Barbara Mangiacavalli: «Non sia strumento per sopperire alle carenze di organici». Il presidente Nursing Up Antonio De Palma: «Ddl segna momento storico»
«Se io sono al tavolo operatorio in regime di intramoenia, è giusto che anche lo strumentista che lavora accanto a me sia in regime di intramoenia». È questa la riflessione che ha portato il chirurgo e presidente della Commissione Sanità del Senato Pierpaolo Sileri a presentare, questa mattina, un disegno di legge che prevede l’intramoenia per la professioni sanitarie, ovvero l’attività libero-professionale intramuraria per tutti i professionisti del Servizio sanitario nazionale.
Un ddl che «va a colmare un vuoto legislativo – dichiara Sileri – e che spero venga approvato velocemente. Per questo mi auguro di ottenere la sede deliberante. L’obiettivo – prosegue – è completare il processo di valorizzazione delle professioni sanitarie, potenziando le cure primarie, l’abbattimento delle liste di attesa e il controllo del fenomeno troppo diffuso dell’esercizio abusivo della professione. Ma è chiaro – conclude – che questo provvedimento non potrà mai essere una scorciatoia per sopperire alle carenze di personale».
Un tema, quest’ultimo, su cui la presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) Barbara Mangiacavalli concentra gran parte del suo intervento: «Il ddl rappresenta un atto di riconoscimento della multi-professionalità di chi cura e assiste i pazienti e una soluzione a una anomalia che certi aspetti dell’assistenza presentano; ma non deve essere uno strumento per sopperire alle carenze di organici e di assistenza che devono essere sempre assicurati dal Servizio sanitario nazionale».
«L’intramoenia dei professionisti sanitari – prosegue la Mangiacavalli – deve configurarsi come vera opportunità per il cittadino di esercitare il diritto alla libera scelta, attivabile laddove le Regioni e le Aziende Sanitarie siano in grado di garantire i Livelli essenziali di assistenza (Lea) e gli organici necessari ad erogarli. E le risorse che il Ssn incasserà grazie all’esercizio dell’attività intramuraria degli infermieri dovranno essere finalizzate al rafforzamento dell’offerta pubblica attraverso investimenti in politiche assunzionali. Questi sono paletti indispensabili, e presenteremo i nostri emendamenti per far sì che si giunga ad un testo il più “giusto” possibile per i diritti dei cittadini, per il Ssn e per le professioni che vi lavorano».
«L’obiettivo del disegno di legge non è quello di far fronte alla carenza di personale – risponde Antonio De Palma, presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up che ha fortemente voluto il ddl –; tuttavia, qualora le aziende sanitarie avessero necessità di ulteriori risorse umane, in momenti particolari e contingenti, per evitare di chiudere i servizi al cittadino, potrebbero chiedere ai singoli professionisti la disponibilità di prestare attività libero professionale».
«Questo disegno di legge segna un momento storico – continua De Palma -. Dare la possibilità agli infermieri pubblici dipendenti di esercitare attività intramoenia avrebbe, come primo importantissimo effetto, la riduzione delle liste d’attesa per il cittadino, come già accade con l’intramoenia dei medici. Ma soprattutto consentirebbe di beneficiare di un ampio alveo di prestazioni professionali erogate da professionisti competenti e certificati nella loro qualità di pubblici dipendenti. L’attività intramoenia per gli infermieri significa, inoltre, ridurre i ricoveri impropri che incidono negativamente sulla spesa del SSN, ma significa anche lotta all’abusivismo ed apertura di nuovi canali di contribuzione, cioè nuove risorse per le casse dello Stato».