«Nella mia aula una ragazza ha avuto il telefono in mano per tutta la prova», racconta un giovane aspirante medico al sito locale Abruzzo web
Il test di Medicina 2019 nell’Università dell’Aquila termina con un esposto ai carabinieri. Lo si apprende dal sito locale Abruzzo web, che raccoglie la segnalazione di alcuni giovani aspiranti medici testimoni di gravi irregolarità.
Dall’uso dei cellulari, alle risposte date a tempo scaduto, i giovani candidati raccontano di una prova completamente falsata: «Nella mia aula una ragazza ha avuto il telefono in mano per tutta la prova – spiega un candidato ad Abruzzoweb – Altri invece sono riusciti a nascondere le penne, che teoricamente dovrebbero essere consegnate all’ingresso, fino alla fine. E hanno continuato a fare il test anche in piedi, mentre erano in fila per consegnare il foglio».
All’Aquila, in diverse centinaia hanno affollato l’ateneo per candidarsi a conquistare i 137 posti disponibili. Cinque o sei le aule a disposizione degli aspiranti camici bianchi. Tuttavia, queste anomalie, come sottolineato da alcuni candidati, non si erano mai verificata negli anni passati. Una probabile spiegazione potrebbe essere un eccessivo timore per le domande di cultura generale, circostanza che ha spaventato non poco gli studenti. Nel recente passato, infatti, il ruolo della cultura generale era “simbolico”, solo 2 quesiti su 60. Quest’anno invece è stata ridotta la quantità delle domande di logica, che passano da 20 a 10. Mentre quelle di cultura generale sono 12, fino allo scorso anno erano 2.
Irregolarità segnalate anche nel corso della prova: «Come altri ragazzi anche noi, per la nostra aula, abbiamo segnalato alla commissione questi comportamenti scorretti ma ci è stato risposto che ormai era già troppo tardi. Ci siamo rivolti ad un consulente Consulcesi che ci ha suggerito di denunciare direttamente l’accaduto ai carabinieri e un gruppo di ragazzi lo ha già fatto, ora provvederemo anche noi».
Intanto in molti annunciano battaglia: «Abbiamo intenzione di andare avanti e di reagire a questa ingiustizia. Sappiamo bene a quanti sacrifici si vada incontro ancora prima di prendere parte al test e, proprio per questo, queste scorrettezze non possono passare impunite».