di Marco Cossolo – Presidente Federfarma
Quanto successo questo fine settimana a Bari è la riprova dei forti limiti della distribuzione diretta di farmaci da parte di ospedali e Asl. Un giovane, al quale va umanamente tutta la mia solidarietà, non ha trovato l’antitumorale per la nonna dopo essersi recato ben due volte nella farmacia ospedaliera, trovandola chiusa la prima volta e facendo 4 ore di fila la seconda. I forti limiti della distribuzione diretta, che da tempo denunciamo, sono scarsa efficienza del servizio e innumerevoli disagi per i malati e i loro familiari. Tutti ostacoli che potrebbero essere superati dispensando anche i farmaci acquistati dalle Asl attraverso le oltre 19.000 farmacie convenzionate, capillarmente presenti su tutto il territorio, comprese le aree interne e le zone rurali.
L’utilità e i vantaggi di questo tipo di distribuzione (distribuzione per conto) sono stati ampiamente testati durante l’emergenza Covid, quando le farmacie hanno potuto distribuire farmaci prima disponibili solo nelle strutture sanitarie pubbliche, permettendo così ai cittadini di evitare rischiosi spostamenti e limitare le possibili occasioni di contagio. Riportare i farmaci in farmacia, come più volte sollecitato anche da Cittadinanzattiva, è un atto importante perché ha una valenza sociale ed economica, oltre che professionale. La farmacia può infatti supportare il paziente nel corretto uso dei farmaci e nell’aderenza alla terapia. È un passo fondamentale nel processo di evoluzione della farmacia quale presidio di prossimità territoriale, per sua natura capace di soddisfare in maniera immediata e agevole tutte le esigenze di salute del cittadino.
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