Per il primario di malattie infettive del San Martino di Genova alla base del rifiuto del vaccino ci sarebbe un problema culturale: «Necessario rivedere la formazione»
«I sanitari che non si vaccinano dimostrano di ignorare la materia scientifica, il che implica la necessità di un cambio di passo anche nella formazione». Non usa mezze parole Matteo Bassetti, primario di malattie infettive del San Martino di Genova, nel cercare una spiegazione ad un fenomeno che a suo parere chiama in causa Università e Governo.
«È un problema culturale perché buona parte dei medici che si esprimono contro i vaccini sono di una generazione che addirittura all’università non ha dovuto sostenere l’esame sulle malattie infettive, diventato obbligatorio negli anni 1988/1989. Quindi, i primi laureati con una formazione completa in tema di malattie infettive e di conseguenza sulla patogenesi, sulla fisiopatologia, sull’epidemiologia, sulle terapie e sui vaccini risalgono al 1994, i cinquantenni di oggi. Chi è più grande e ancora in attività avrebbe dovuto aggiornarsi su questi temi tramite il programma di ECM, invece il nostro è un sistema burocratico e perverso che fa sì che la gente paghi per partecipare a dei congressi e poi si faccia dare le risposte ai quesiti da qualcun altro. In questo modo abbiamo creato un meccanismo non premiale, come invece è in altri paesi».
Per Bassetti il modello anglosassone con la cosiddetta board review certification sarebbe funzionale per permettere di verificare ogni cinque anni un aggiornamento adeguato. «Da noi un medico che ha preso una specializzazione in qualunque materia si laurea a 30 anni e va in pensione a 70 senza mai essere sottoposto a verifiche. È chiaro che in un contesto come questo movimenti altamente antiscientifici, privi di una valenza culturale come sono i no Vax e i vaccino-scettici, trovino terreno fertile. È molto facile demolirli, ma non intendo più mettermi a confronto con loro».
«Ci sono coloro che sostengono che l’autismo dipende dal vaccino contro il morbillo, ci sono quelli che dicono che nei vaccini ci sono i metalli pesanti, altri secondo cui i vaccini anti-Covid sono farmaci sperimentali. Insomma, sono argomenti da bar alimentati da movimenti di persone che formano organizzazioni non scientifiche. Sono ciarlatani. Non hanno nulla da dire ma per farsi ascoltare non usano i sistemi convenzionali, ovvero le riviste scientifiche internazionali che reputano essere parte di “big pharma”, ma utilizzano i social come Facebook e Twitter dove non ci sono filtri e chiunque può pubblicare o dire qualunque cosa».
L’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari è diventato legge in Italia, ma non sembra aver risolto il problema: «Se c’è una legge, un paese civile e rispettabile deve farla applicare. Oggi invece mi risulta che la maggior parte dei sanitari non vaccinati continui ad esercitare nelle strutture sanitarie e questo è inaccettabile. Chi non rispetta le leggi dovrebbe essere allontanato dalla professione senza se e senza ma allo stesso modo di chi rifiuta l’aggiornamento».
Il Bassetti pensiero quindi è chiaro, e lo ribadisce a più riprese: chi rifiuta l’aggiornamento e non segue i corsi non merita di esercitare. «Abbiamo creato gli ECM con l’obbligo di fare un numero di crediti nel triennio, dopodiché se non si stabiliscono e non si rispettano le sanzioni per chi non è in regola non ne usciremo mai. In realtà l’Italia è un paese complicato e quando i nodi vengono al pettine, come è accaduto in questo anno e mezzo di pandemia da Covid, ci rendiamo conto di quanto il sistema sanitario e formativo sia fragile».
«Neppure le assicurazioni, minacciando rivalse nei confronti dei medici non aggiornati, avrebbero abbastanza forza – sostiene Bassetti -. Qui ci vuole una riorganizzazione del sistema dando la possibilità di licenziare chi non si aggiorna, perché significa ignorare la materia, come dimostrano i professionisti sanitari che non si vaccinano contro il Covid. Quindi credo che, e mi assumo le mie responsabilità, chi è contro i vaccini lo sia solo perché è profondamente ignorante».
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