Lavoro e Professioni 16 Marzo 2020 17:10

La protesta dei giovani medici: «Cancellato aumento borse specialità. Così si azzoppa il futuro della sanità»

Il Segretariato italiano giovani medici: «Le 5mila borse di specializzazione in più previste nelle bozze del decreto sono sparite dal testo definitivo. Vogliamo spiegazioni». E scrivono a Conte

Monta online la protesta dei giovani medici contro il governo. «Hanno cancellato all’ultimo i fondi per le borse di specialità – scrivono sui social infuriati -. Sì lo hanno fatto, e siamo davvero schifati per questo».

«Il 26 febbraio – racconta il Segretariato italiano giovani medici Sigm su Facebook – abbiamo incontrato il Ministro dell’istruzione ricordandogli l’assoluta necessità di prevedere per il prossimo concorso di specialità un numero adeguato di contratti. Ci ha assicurato che si sta lavorando in questo senso. Vengono quindi pubblicate le bozze del nuovo decreto in cui vi è riportato lo stanziamento dei fondi necessari a finanziari 5mila contratti di formazione aggiuntivi. Eravamo fiduciosi – continuano i giovani medici – perché il governo sembrava aver compreso, anche se a causa di questa emergenza, che solo un finanziamento di nuovi contratti di formazione il nostro Sistema sanitario nazionale resterà un giorno in piedi».

«Dal testo del decreto definitivo, invece, è stato cancellato ogni stanziamento per le borse – scrive la Sigm -. Vogliamo spiegazioni di questo cambio di rotta vile e che ci lascia senza parole. Ancora una volta non hanno capito che stanno rovinando il futuro e le speranze di migliaia di giovani promettenti. Ancora una volta non hanno capito che stanno rovinando il futuro del nostro SSN. Applaudono i medici, ci chiamano eroi, riconoscono il nostro valore nell’emergenza con una mano, mentre con l’altra azzoppano in maniera indegna il futuro della sanità».

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«Quel che resta da fare ora, oltre che prestare il nostro servizio in questa emergenza, è rassegnarsi, oppure reagire e farci sentire come mai prima d’ora. Noi scegliamo la seconda opzione e lo vogliamo fare in tutte le vie e sedi dopo questa presa in giro. Invitiamo a tal scopo tutte le associazioni e gruppi di studenti a collaborare insieme nella mobilitazione. Dobbiamo muoverci uniti».

E lo hanno fatto, inondando in pochi minuti le caselle di posta delle redazioni dei quotidiani italiani di centinaia di email con una lettera destinata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Questo il testo integrale:

Egregio Presidente,

È con estremo rammarico che constatiamo nuovamente la scomparsa, dalla ribalta mediatica e dalle ipotesi di bozze del DPCM, delle 5000 borse di specializzazione paventate qualche giorno fa.

Pochi più di noi, medici e studenti in medicina, comprendono la gravità della situazione e i risvolti che essa avrà sul nostro Paese, e la difficoltà in cui versano le Istituzioni che Lei è chiamato a guidare: è tuttavia difficile trovare conferma del viceversa, sarebbe bizzarro se non ipocrita pensare che da parte delle Istituzioni ci sia lo stesso sforzo di comprensione della nostra situazione.

Torniamo quindi a ribadirlo, nuovamente come già durante il primo Governo da Lei presieduto: il Sistema Sanitario Nazionale non potrà mai reggere le sfide del futuro se non ci sarà un investimento sulla formazione specialistica, un investimento che qualcuno definirebbe coraggioso ma che diventa ogni giorno più necessario.

Centinaia se non migliaia di medici avrebbero potuto aiutare tutti noi a combattere questo momento di crisi, se la mancanza di una prospettiva e l’assenza di uno sbocco formativo post lauream non li avessero spinti verso altri lidi.

Centinaia se non migliaia di studenti attendono la propria qualifica con la consapevolezza che eserciteranno lontani dal Paese che li ha formati e cresciuti. Per quanto ancora, Presidente, vorrà continuare questo stillicidio di personale che nessun altro danneggia se non gli italiani tutti?

Per quanto ancora vorrà nascondersi dietro gli slogan dei Ministri che vogliono aumentare gli accessi a Medicina, lanciando quel sovrannumero in pasto alla malagestione e all’espatrio?

Molti di noi hanno recentemente accolto il Suo appello alla responsabilità, che sia educando le persone attorno a loro e che sia investendo tempo ed energie per fare ciò che un volontario sottoqualificato (perché questo siamo, se non ci viene permesso di specializzarci) può fare in una situazione come questa: crediamo che sia venuto il momento che anche Lei ed i suoi Ministri vi comportiate da responsabili mettendo in atto le politiche necessarie affinché il nostro SSN, che ci rende ancora orgogliosi per abnegazione piuttosto che per lungimiranza gestionale, non si trovi mai più in questa tragica situazione.

Il Sistema Sanitario Nazionale in questi giorni sta venendo fuori in tutta la sua fragilità, nei prossimi anni un’emergenza come quella che si sta consumando in questi giorni non sarebbe gestibile e ciò corrisponderebbe inevitabilmente a una condanna a morte. Il sistema di pensionamento, la crisi economica e le carenze accumulate in questi anni verranno fuori, in tutta la loro brutalità a distanza di pochi anni, quando interi reparti chiuderanno e l’assistenza Sanitaria non sarà più un diritto per tutti.

Io, così come gli altri Giovani Medici per l’Italia, non chiedo altro a Lei, ai Suoi Ministri e a tutti i nostri Rappresentati, Senatori e Deputati, che il mio futuro lavorativo ottenga la possibilità di crescere, non chiedo che un aumento di borse di formazione specialistica in medicina commisurato ai 50000 medici che nei prossimi anni mancheranno ai nostri ospedali, alle nostre strutture, ai nostri ambulatori.

Mai come in questi giorni i fatti ci stanno svelando le fragilità di un Sistema che troppe volte non è stato la priorità e che adesso è arrivato il momento che lo sia, accanto alle tutele per le aziende, per le famiglie e per i lavoratori tutti, riteniamo che garantire il diritto alla Salute sia infatti il primo dei diritti dei cittadini di questo Paese e il primo dei doveri di chi ci rappresenta.

Con la speranza di poter servire appieno il nostro Paese in futuro, le inviamo intanto un grande abbraccio virtuale, in questo momento delicato.

Insieme ce la potremo fare.

 

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