Lavoro e Professioni 24 Gennaio 2020 09:07

Un libro mette sotto la lente di ingrandimento la responsabilità degli operatori sanitari

Vito Tenore, consigliere della Corte dei Conti lombarda e autore dello studio sulla responsabilità disciplinare, civile, penale e amministrativo contabile del personale sanitario: «La legge Gelli tutela medici e pazienti, ma bisogna elaborare le linee guida»

di Federica Bosco

A quasi tre anni dall’entrata in vigore della legge Gelli Bianco, sono ancora molte le ombre sul delicato tema della responsabilità dei medici. Per cercare di dare delle risposte ai mille quesiti che l’applicazione della legge solleva, Vito Tenore, consigliere della Corte dei Conti lombarda, ha affrontato il tema nel volume “Studio sulla responsabilità disciplinare, civile, penale e amministrativo contabile del personale sanitario”.

LEGGI ANCHE: LEGGE GELLI: A CHE PUNTO SIAMO? SICILIANO (TRIBUNALE MILANO): «MEDICI DA TUTELARE»

Professore, cosa è emerso dalla sua analisi?

«Abbiamo voluto analizzare in modo completo tutte quelle disgrazie in cui possono incappare il medico, l’infermiere o l’operatore sanitario che, in Italia, sono letteralmente aggrediti da cittadini e avvocati. Ciò non significa che vogliamo fare un atto persecutorio, anzi. Il volume vuole essere un riconoscimento alla sanità italiana che è ancora una delle migliori al mondo».

Dall’introduzione della legge Gelli cosa è cambiato in positivo e cosa invece deve ancora migliorare?

«È una legge equilibrata. Sicuramente tutela il paziente che può rivalersi in caso di malasanità sia nei confronti del medico che della struttura ospedaliera; nel contempo tutela anche il medico, che risponde a titolo extra-contrattuale verso il paziente, mentre la struttura risponde a titolo contrattuale. Quindi il paziente, o gli eredi, citeranno in giudizio preferibilmente la struttura sanitaria perché la responsabilità contrattuale è più facile da provare rispetto a quella extra-contrattuale. Questo significa che il medico verrà chiamato in seconda battuta, cioè o in sede civile o contabile in ambito della rivalsa, ovvero una volta condannata la struttura il medico risponderà solo per dolo e colpa grave e, se questo era già evidente in Corte dei Conti, rappresenta una novità in sede civile. È una forma di tutela del medico perché solo in caso di negligenza grave risponderà di tasca propria, la struttura presso cui opera si accollerà la colpa lieve. Ci sono poi altre parti della legge Gelli che tutelano il medico, come l’osservanza delle linee guide che attenua il rischio di condanna in sede civile. Fermo restando che le linee guida vanno elaborate e, in questo caso, andrebbe discusso se la mera osservanza delle linee guida possa dispensare del tutto il medico oppure no. Ma su questo si potrebbe fare un convegno…».

Anche il tema delle assicurazioni rappresenta un ambito di discussione…

«La legge Gelli si interessa anche dell’obbligo assicurativo che tutela il paziente. Se il medico o la struttura sono incapienti risponde l‘assicurazione che è obbligatoria. Peccato che non sia stata resa obbligatoria questa assicurazione anche per gli assicuratori come accade per le Rc auto perché, in tal caso, i premi sarebbero calati nel settore sanitario. Se ci fosse stato un obbligo di contrarre anche per gli assicuratori, la virtuosa concorrenza per le compagnie avrebbe portato ad un abbassamento dei premi. Ciò non è accaduto nel sistema sanitario, ma siamo ancora in tempo per poter recuperare».

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