Lavoro e Professioni 12 Luglio 2022 11:30

«La rivoluzione della sanità? Deve partire dal basso, dalle trincee. Non più pazienti di serie A e B»

Vasco Giannotti (Presidente Forum Risk Management): «Particolare attenzione al Sud Italia per il recupero del gap con il Centro-Nord»

Alea iacta est. Ora è il momento dell’azione e della concretezza. Con la consapevolezza che ormai i fondi del PNRR sono una realtà per il nostro sistema sanitario adesso la sfida è come mettere in pratica, con quali mezzi e con quali risorse, la rivoluzione sanitaria che la cospicuità di questi fondi e le oggettive esigenze di miglioramento sostanziale ci impongono di mettere in atto. Lo sa bene l’onorevole Vasco Giannotti, presidente del Forum Risk Management che, animato appunto da propositi di concretezza e condivisione, ha messo in campo l’evento Laboratorio Sanità 20/30, svoltosi a Napoli nei giorni scorsi: una due giorni importantissima, un’occasione di confronto, di bilancio e di vision sul futuro. Ecco cosa ha dichiarato Giannotti su questi temi, intervistato ai microfoni di Sanità Informazione.

Due giorni di grandi approfondimenti, e adesso ci si aspettano risultati concreti. Cosa viene fuori dal Forum?

«Il Laboratorio Sanità di Napoli, che fa da apripista ai prossimi eventi del Forum Risk Management di Bari e Arezzo (rispettivamente dal 28 al 30 settembre e dal 22 al 25 novembre) è stata l’occasione per iniziare a ragionare concretamente su chi saranno gli attori coinvolti e quali le attività in concreto che caratterizzeranno la necessaria rivoluzione sanitaria del prossimo futuro. Abbiamo constatato una grande partecipazione, a dimostrazione di un’esigenza collettiva di confrontarsi, di condividere idee, di selezionare buone pratiche e di pensare al futuro della sanità. A tale scopo abbiamo quindi riunito tutti gli attori del sistema, le istituzioni nazionali, regionale, le Aziende sanitarie, i professionisti della sanità, i privati: ora che c’è certezza dei fondi del PNRR, dobbiamo essere capaci di declinarli correttamente per una serie di riforme che rilancino il nostro Ssn. Aver scelto Napoli per aprire il Laboratorio Sanità non è stato casuale: il cambiamento di cui parliamo non può che nascere dal Sud, perché è qui che c’è più bisogno di servizi alla persona, è qui che ci sono più aree di inappropriatezza e di diritti negati ai cittadini. Le riforme devono necessariamente partire dal basso, da chi opera in trincea, negli ospedali e sul territorio».

Al tavolo non solo i decision maker, ma anche gli operativi. Uno dei segreti che negli anni ha portato il forum ad essere non solo momento di dibattito, ma anche di concretezza.

«Ben otto tavoli di lavoro sono stati aperti durante il Laboratorio, con tutti i rappresentati delle Regioni. Lo scopo? La messa a punto di documenti condivisi sui ruoli, sulle competenze e sulle materie oggetto di queste riforme sanitarie. Abbiamo più che mai bisogno di concretezza, soprattutto ora che i cittadini, consapevoli di una posta in gioco così alta, esigono giustamente risultati concreti, una svolta nel sistema sanitario, e noi vogliamo dare un contributo in questa direzione».

A proposito di fondi, secondo il governatore della Campania Vincenzo De Luca, questi non sarebbero abbastanza. Lei è d’accordo?

«Certo, c’è da colmare un forte gap che divide ancora oggi la sanità del Sud da quella del Centro-Nord. Non dimentichiamoci che le regioni del Sud scontano anni di fondi assenti o insufficienti, da qui la sfida delle classi dirigenti nazionali che dovranno guardare con particolare al Mezzogiorno. È vero che il Sud si è aggiudicato il 40% dei fondi PNRR oltre ad altri fondi europei in particolare per il contrasto alla povertà, ma il problema che il presidente De Luca pone è reale: se vogliamo avere un unico sistema sanitario nazionale, e se vogliamo avere la stessa garanzia del diritto alla salute per il cittadino da Catanzaro a Trento, non si può prescindere da finanziamenti adeguati».

 

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