Il responsabile scientifico del corso Fad offerto dal provider di Consulcesi Club Rosaria Alvaro: «L’infermiere è l’unica presenza costante all’interno delle sale operatorie. Ha la competenza educativa di far rispettare tutti i protocolli che sono stati condivisi in relazione alla pandemia che stiamo vivendo»
L’emergenza sanitaria di Covid-19 ha avuto pesanti conseguenze sul compartimento operatorio, sulla riorganizzazione delle attività e del ruolo degli infermieri. Delineare protocolli e strategie per la gestione dei pazienti positivi, negativi e sospetti, per il corretto utilizzo dei DPI e per l’ottimizzazione delle attività preoperatorie è l’obiettivo del corso Fad “Operazione Covid-19. Come preparare la sala operatoria e organizzare l’intervento chirurgico” del provider di Consulcesi Club Sanità in-Formazione.
Abbiamo intervistato il responsabile scientifico Rosaria Alvaro, professore di Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche all’Università di Roma Tor Vergata, presidente del corso di laurea in infermieristica e del corso di laurea magistrale in scienze infermieristiche e ostetriche nonché vicepresidente della Società Italiana di Scienze Infermieristiche.
«Le responsabilità degli infermieri, in realtà, non sono cambiate ma ha dovuto mettere in atto tutte quelle conoscenze e competenze per riuscire a modificare completamente l’assetto organizzativo delle prestazioni svolte all’interno della sala operatoria. Dall’accesso del paziente in sala operatoria alla gestione del materiale passando per la riprogettazione degli spazi fino ad arrivare alle dimissioni. Tutto questo per garantire la prestazione in sicurezza di tutto l’atto operatorio».
«Spesso, le equipe chirurgiche cambiano; l’infermiere è l’unica presenza costante all’interno delle sale operatorie e ha la competenza educativa di far rispettare tutti i protocolli che sono stati condivisi in relazione alla pandemia che stiamo vivendo. Deve controllare il paziente all’ingresso della sala operatoria, la vestizione e il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. Poi, fare molta attenzione al momento dell’anestesia dove si ha più possibilità di contagio. Il ruolo dell’infermiere è ridurre il rischio di contaminazione ambientale e di tutto lo strumentario presente all’interno delle sale operatorie».
«La formazione è fondamentale. Ricordiamo che il giorno dopo la laurea, l’infermiere si ritrova a lavorare con la loro responsabilità professionale in un tempo di Covid. È nostra responsabilità di formatori dargli tutti gli strumenti necessari per poter agire in sicurezza. Spiegare quali sono le norme sanitarie da dover rispettare e da far rispettare anche ai pazienti, ai caregiver, ai parenti e a tutto il contesto in cui andranno ad operare. Quindi, al di là delle procedure tecniche, quello che serve oggi è proprio un’opera di educazione al corretto rispetto di tutte le norme. Se manca questo, il professionista di domani sarà carente e metterà a rischio se stesso, gli altri operatori e soprattutto il paziente. Secondo il codice deontologico e secondo il patto cittadino-infermiere noi infermieri, siamo i depositari della sicurezza del paziente».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato