Immigrazione, ennesimo sbarco sulle coste della Sicilia. Sull’isola il corso ECM rivolto ai medici per insegnare a curare senza confini. Pietro Bartolo, il medico simbolo dell’emergenza: «C’è bisogno di consapevolezza e competenza per fronteggiare la tragedia. Prima di tutto occorre un approccio umano prima che scientifico»
Un corso che insegna agli operatori sanitari a gestire l’emergenza immigrazione. Questa l’iniziativa che si è svolta a Lampedusa nell’ambito del progetto “Sanità di Frontiera”, realizzata dal Provider ECM 2506 Sanità in-Formazione e promosso dall’Osservatorio Internazionale della Salute grazie al sostegno di Consulcesi Onlus. Il corso di Educazione Continua in Medicina “Salute e migrazione: curare le persone oltre i confini” ha visto confrontarsi i massimi rappresentati di tutte le realtà coinvolte sui temi della migrazione, oltre 30 professionisti sanitari che hanno partecipato a lezioni tenute da docenti provenienti dalle più rilevanti realtà connesse al mondo della medicina, della psicologia e della mediazione culturale delle migrazioni. Docente d’eccezione Pietro Bartolo, Dirigente Medico Responsabile del Presidio Sanitario di Lampedusa, che con il sostegno di esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, OMS e OIM, Marina Militare, MSF-Medici Senza Frontiere, Emergency e altre realtà connesse al fenomeno migratorio, ha raccontato esperienze e illustrato best practice sul tema dell’immigrazione.
«Questo è il primo dei corsi di formazione fatto a Lampedusa ma io spero se ne facciano altri anche in altri luoghi – spiega il medico simbolo di Lampedusa -. Ritengo che sia indispensabile che tutti conoscano questa realtà e nel caso specifico dei medici sappiano affrontarla nel migliore dei modi. È necessario che questi corsi di formazione e informazione abbiano una divulgazione quanto più estesa possibile in moda tale da poter affrontare con più serenità e consapevolezza l’emergenza. Ovviamente l’approccio più importante è quello umano, prima dell’approccio medico è necessario un approccio umanitario».
A corredare il corso, della durata di 5 giorni, anche visite alle strutture di accoglienza dell’isola, al poliambulatorio di Lampedusa diretto dal dottor Bartolo, al Centro di Primo Soccorso Accoglienza CPSA e alle navi della Marina Militare e della Capitaneria di Porto. «Se gli operatori saranno sempre più consapevoli e formati possono combattere le paure – interviene Giusy Nicolini sindaco di Lampedusa -. Lampedusa deve diventare luogo di studio, di analisi e confronto per migliorare, cambiare e rendere sempre più umano il nostro sistema di accoglienza».
«Non meno importante – spiega Francesco Aureli Presidente dell’Osservatorio Internazionale della Salute – riempire un vuoto che oggi esistente nel nostro sistema formativo, c’è una carenza di informazione e formazione per gli operatori sanitari che si occupano di immigrati, questo il significato più importante del corso». Inoltre, prosegue Aureli «un altro valore aggiunto di questa iniziativa è proprio quello di scambi di pratiche fra le varie Regioni, ognuna affronta la questione immigrazione a suo modo, così forse si uniformerà la modalità d’intervento».
Il corso, gratuito per tutti i discenti e aperto a medici di tutte le discipline, infermieri e psicologi, è accreditato dal Provider ECM 2506 Sanità in-Formazione e permette ai partecipanti di conseguire un totale di 50,5 ECM per il personale sanitario. Importante segnalare che il progetto “Sanità di Frontiera” non si esaurisce qui. Oltre agli altri corsi che saranno replicati durante il 2017, si articolerà in altre tre fasi: l’istituzione di un’alta scuola di formazione per medici, dipendenti ASL e organizzazioni del settore, anche grazie al supporto di Pietro Bartolo. Inoltre la realizzazione di una piattaforma digitale finalizzata alla condivisione dei dati sanitari relativi ai migranti con una cartella clinica condivisa, accessibile da remoto, in modo tale che anche altri medici siano sempre informati sul loro stato di salute. Infine la creazione di Child Friendly Spaces a Lampedusa e a Roma per ricreare spazi a misura di bambino, dove i piccoli migranti possano sentirsi a casa e vivere serenamente la loro infanzia. È possibile sostenere il progetto effettuando una donazione ad Associazione OIS Osservatorio sul c/c IT 03 L 01030 03283 000002115302 – Codice BIC PASCITM1A25. Nel caso di medici disposti a dare un contributo direttamente sul campo, è possibile scrivere a sanitadifrontiera@osservatorio-ois.com oppure compilare la scheda per diventare volontari da inviare allo stesso indirizzo. A partire dall’anno 2017, verranno organizzati altri corsi di cui sarà data comunicazione sul sito www.sanitadifrontiera.it.
Sanità di Frontiera, ecco la Gallery dell’evento:
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