In Italia, 4mila audioprotesisti per 8 milioni di persone con problemi di udito. «I giovani audioprotesisti – ha spiegato Gruppioni – trovano una prima occupazione entro un anno dal conseguimento del titolo. I professionisti laureati vengono tutti assunti perché la domanda e gli investimenti delle aziende audioprotesiche sono considerevoli»
«Con una laurea in audioprotesi la possibilità di rimanere senza lavoro è pari a zero». Sembrano irreali le parole di Gianni Gruppioni, presidente dell’Anap, l’Associazione nazionale audioprotesisti professionali, in un momento di crisi economica in cui non si sente che parlare di precarietà, tagli alle risorse e blocco del turnover. E, invece c’è una parte del mondo del lavoro che resiste e va avanti.
«I giovani audioprotesisti – ha continuato Gruppioni – trovano una prima occupazione entro un anno dal conseguimento del titolo. I professionisti laureati vengono tutti assunti perché la domanda e gli investimenti delle aziende audioprotesiche sono considerevoli. C’è bisogno di più audioprotesisti per fronteggiare una perdita di udito che, in Italia, colpisce 8 milioni di persone».
Ma trovare un’immediata collocazione nel mondo del lavoro non significa sistemarsi per tutta la vita: «L’audioprotesista – ha specificato il presidente Anap – deve lavorare con estrema professionalità ed aggiornarsi costantemente su tutte le novità del mercato. Laddove non c’è un risultato farmacologico o chirurgico, interviene l’audioprotesista che, grazie all’utilizzo di un apparecchio acustico, rimedia all’ipoacusia. Ma il risultato – ha commentato Gruppioni – non dipenderà solo dalla qualità dell’apparecchio utilizzato. È il professionista che dovrà essere in grado di scegliere quello più adeguato al singolo paziente».
Ed è grazie alla formazione continua, sul campo e nelle aule dei corsi di aggiornamento, che l’audioprotesista può rimanere al passo con le innovazioni tecnologiche. Una preparazione necessaria anche ai fini dell’iscrizione al nuovo Ordine professionale previsto dalla legge Lorenzin: «Obbligare gli audioprotesisti a formare un proprio Ordine è un grande aiuto per il contrasto all’abusivismo professionale – ha detto il presidente Anap – Finora sono circa 2.800 i professionisti che hanno presentato la propria richiesta, su un totale di circa 4 mila audioprotesisti stimati in Italia».
Garantire la massima trasparenza, controllando che ad esercitare siano solo le persone qualificate, per Gianni Gruppioni è doveroso. L’audioprotesista ha un ruolo di fondamentale importanza per la tutela non solo dell’udito di un individuo, ma anche della sua salute in generale. «L’orecchio – ha spiegato il presidente Anap – è la porta del cervello e se arrugginisce per mancanza di segnali uditivi, conduce ad una disabilità uditiva, invalidante al pari di quella motoria. In soggetti predisposti, poi, può aumentare il rischio di demenze senili, Alzheimer e cadute a terra. Molti individui cadono proprio per una mancanza di equilibrio determinata dalla perdita della capacità uditiva. Prendersi cura dell’udito non è un costo per il Sistema Sanitario Nazionale o per le famiglie, ma un investimento di salute per mantenere alto il livello cognitivo e di conseguenza migliorare la qualità della vita».