Il ministro Lorenzin: “Le Regioni non sprechino questa opportunità”
Presentato, dal ministro Lorenzin alle Regioni, il piano per i nuovi LEA, durante l’audizione sulla sostenibilità del Ssn in Commissione Igiene e Sanità.
La revisione dei Livelli Essenziali di Assistenza costerà alle Regioni circa 415 milioni in due anni: una cifra decisamente più sostenibile – ha sottolineato il ministro Lorenzin – rispetto ai 950 milioni inizialmente preventivati nel Patto per la Salute. Considerando gli sforzi per aumentare il Fondo Sanitario, al fine di garantire sostenibilità al Ssn per i prossimi anni, “rinunciare a quest’opportunità, che consentirebbe di sbloccare questioni ferme da anni, significherebbe sprecare una preziosa occasione” avverte il ministro, e in più suggerisce che “le Regioni potrebbero reperire la cifra necessaria intervenendo su centri di costo che non siano quelli della salute”. Consiglio che però parrebbe già disatteso dalle Regioni: i tagli da loro proposti per la Stabilità ammonterebbero a più di due miliardi di euro, da spalmare anche su farmaceutica, cliniche private ed edilizia sanitaria.
Tornando ai LEA, il ridimensionamento dei costi è stato possibile grazie ad un lavoro di compensazione: da un lato si è preso atto che alcune innovazioni erano già state inserite nel sistema da molte Regioni negli ultimi anni, dall’altro si è proceduto ad eliminare tutti gli elementi ritenuti ormai obsoleti. “Perché tutto questo funzioni, però – ha avvertito Lorenzin – sarà necessaria un’attenta opera di monitoraggio da parte delle Regioni”. “Inoltre, sarà fondamentale prevedere un aggiornamento costante dei LEA, non “una tantum”, facendo attenzione a mantenere un equilibrio tra costi e innovazione tecnologica”. Il lavoro di revisione si basa su tre documenti che si integrano tra loro: uno schema di Dpcm con 10 allegati relativi alle diverse aree assistenziali, un’intesa Stato-Regioni per le protesi e gli ausili monouso, e un documento sull’aggiornamento continuo dei LEA da condividere con le Regioni.
Si parte dai servizi di prevenzione collettiva e sanità pubblica, con l’introduzione di alcune vaccinazioni che al momento non sono garantite su tutto il territorio nazionale (come quelle anti-meningococco, anti-pneumococco, anti-varicella e anti-Hpv). Sono state poi introdotte nuove prestazioni, e alcune novità sul nomenclatore per l’assistenza protesica. Nel documento è stata ridefinita anche tutta l’area dell’assistenza socio-sanitaria, inclusa la domiciliarità, i servizi territoriali, l’assistenza residenziale e quella semiresidenziale.