Il Professor Macrì: «Molti magistrati stanno vanificando le innovazioni della Legge. Medici e cittadini hanno diritto ad avere un vaglio tecnico di qualità, negato dalle nomine di un solo un consulente»
Alcune innovazioni introdotte dalla Legge Gelli in tema di responsabilità professionale potrebbero essere al momento vanificate dalla magistratura. È questo il timore del Professor Pasquale Giuseppe Macrì, referente medico giuridico di Federsanità, che, a poche settimane dal primo anniversario dell’approvazione della Legge, presenta ancora diverse incognite. In attesa dei decreti attuativi, si focalizza l’attenzione sul nuovo ruolo dei periti e dei consulenti d’ufficio, sui quali la nuova normativa ha aperto una partita importante.
«Per adesso il nuovo ruolo dei periti è tutto in mano all’applicazione che i magistrati e l’autorità giudiziaria decidono di dare. L’esperienza di questi primi mesi non è ottimistica, non è stata la migliore, perché abbiamo visto che quasi il 50% dei magistrati continua a disattendere o, se mi è permesso, violare la norma di cui all’articolo 15 della Legge Gelli. In sede di processo continuano infatti a nominare un solo consulente, spesso un medico legale, non affiancandolo da un esperto clinico così come la Legge, ma direi anche il buon senso, suggeriscono».
Ma a cosa potrebbe portare il perdurare di questa situazione? Quali sono i rischi a cui si va incontro?
«Il rischio principale a cui si va incontro è ovviamente la vanificazione dell’innovazione della Legge: la Legge aveva offerto ai magistrati, ai medici e in ultimo ai cittadini, la possibilità di avere una consulenza, quindi un vaglio tecnico sul loro tema di contrasto, polispecialistico. In questo modo i magistrati continuano a negarlo in nome di incomprensibili esigenze di contenimento dei costi, quando noi sappiamo benissimo che i costi di un processo non sono certo quelli della consulenza. Pensate quanto, per esempio, nelle indagini preliminari si vada a spendere per intercettazioni ambientali o telefoniche, oppure, altro esempio ancora, per le famose prove biologiche ed esami del DNA, cui è stata sottoposta, in alcuni casi di cronaca, l’intera popolazione di un paese: Qualcuno si è chiesto quanto è costato quell’accertamento? Certo, in un sistema a fondi illimitati ogni caso di giustizia ha il diritto di ottenere tutti gli accertamenti, ma anche i medici e i cittadini che si sentono danneggiati hanno diritto ad avere un vaglio tecnico di qualità».